Rimpiangere Torino?

Ancora una testimonianza dal Centro per stranieri senza documenti di Bari Palese. Lo scorrere della vita quotidiana nelle gabbie condensata in pochi episodi, tanto per far cogliere l’aria che tira in questo Centro che ha veramente tutto della galera, blindati e celle comprese. I pestaggi perché non parli l’italiano – come vi abbiamo raccontato qualche giorno fa; la sveglia mattuttina affidata alle buone maniere di poliziotti con guanti, manganello e mascherine. I casi di autolesionismo non curati. Figuratevi che chi da Torino viene trasferito laggiù – e succede spesso a chi è sospettato di essere algerino – finisce per rimpiangere Baldacci e la Croce Rossa, il che è tutto dire.

Per contro il Centro di Bari Palese è sempre stato terreno di lotte determinate. Nel marzo scorso, laggiù, lo sciopero della fame contro la norma che portava a sei mesi la reclusione nei Centri era stato particolarmente esteso ed aveva assunto anche tinte forti, tanto che alcuni reclusi si erano cuciti la bocca per protesta. E solo pochi mesi prima era stato teatro di una delle sommosse più spettacolari della storia dei Centri: una settantina di prigionieri, coordinati, dopo aver ricavato spranghe dai letti e passamontagna dalle lenzuola hanno caricato la polizia nel tentativo di guadagnare l’uscita. In trenta ce l’hanno fatta mentre gli altri, rimasti chiusi dentro, hanno continuato la rivolta, provocando decine di migliaia di euro di danni, fino a quando si son ritrovati di fronte i soldati del Battaglione San Marco della Marina militare, arrivati a dar manforte a poliziotti e carabinieri di guardia.

Ascolta il racconto di Samad:

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