Attorno ad una retata

Mercoledì scorso, una retata a Porta Palazzo: pensate al video sulla repressione a Gradisca e pensate ai tanti racconti che vi facciamo arrivare ogni giorno dalle gabbie dei Cie. La retata è il passo prima, il momento in cui i senza-documenti vengono caricati in mezzo alla strada, portati in Questura, selezionati per entrare dentro ai Centri ad attendere l’espulsione.

Ascoltate questi tre racconti, che si sono incrociati quasi per caso nel mixer di Radioblackout. L’inizio dei controlli in piazza, la cattura di uno straniero sul tram, il trasporto dei fermati in Questura. Di tutto quello che ci raccontano i giornali per rendere più digeribile l’esibizione dei muscoli polizieschi – ricerca dei borseggiatori sui tram, o faccende di droga o altro ancora – non c’è proprio nulla. C’è solo la ricerca – violenta, scientifica e brutale – del clandestino, dello straniero povero. Una ostentazione di violenza di classe, insomma, che oramai ha tutto lo spazio per fottersene delle buone maniere.

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2009/09/attorno-a-una-retata_montato.mp3]

Per non dire che tutto va proprio male, però, leggete una proposta per opporsi alle retate che sta circolando da qualche mese sui muri di Porta Palazzo, in lingua italiana e in lingua araba.