Sui tetti di Ponte Galeria, nelle celle di Gradisca
Sabato 13 marzo, Roma. Come annunciato da tempo, fuori dalle mura del Cie di Ponte Galeria è in programma una manifestazione per portare solidarietà ai reclusi. Prima di arrivare al presidio, un gruppo di solidali tappezza di manifesti i muri delle fermate della linea ferroviaria Roma-Fiumicino. Poi, arrivati alle porte del Centro, alcuni consegnano due pacchi di bevande e cibo per i reclusi: alimenti puliti, senza psicofarmaci né calmanti, a differenza di quelli abitualmente forniti dalla cooperativa Auxilium, che gestisce il Centro da due settimane. Mentre fuori dalle mura inizia il presidio, dentro al Centro sale la protesta: prima le grida, poi i primi incendi. La polizia vorrebbe chiudere tutti nelle gabbie, ma ci riesce solo con le donne. Trenta reclusi della sezione maschile salgono sui tetti delle baracche mentre i loro compagni continuano a bruciare materassi. I trenta restano sul tetto almeno mezz’ora, fino a quando la celere non sale sul tetto e li costringe a scendere, sparando anche un paio di lacrimogeni.
Ascolta la prima diretta dai tetti di Ponte Galeria e con i solidali all’esterno:
[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100313pontegaleria0.mp3]
Subito dopo, però, altri venti reclusi salgono sul tetto di un altra baracca, dove resteranno per ore, resistendo disperatamente alle minacce e ai tentativi di carica della polizia. Per sfuggire qualcuno si arrampica sui pali della luce, altri si tagliano le braccia, altri ancora minacciano di impiccarsi con dei lenzuoli.
Ascolta la prima carica sui tetti, in diretta con i solidali all’esterno:
[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100313pontegaleria1.mp3]
Ascolta la seconda carica sui tetti, in diretta con i solidali all’esterno:
[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100313pontegaleria3.mp3]
Quando il presidio si scioglie e i solidali si allontanano, la polizia carica con forza i reclusi ancora sui tetti: inseguimenti, manganellate e persone ammanettate. A quel punto i solidali occupano i binari della stazione “Fiera di Roma”, bloccando il traffico in entrambi i sensi di marcia per circa 40 minuti. Alle 19 circa un gruppo di almeno un centinaio di solidali si concentra nel piazzale della Stazione Trastevere e parte un corteo spontaneo e non autorizzato che blocca il traffico dietro allo striscione “Chiudere i lager per migranti – Antirazziste e Antirazzisti contro ogni gabbia”. Cori e interventi al megafono ricordano alla folla dello struscio del sabato sera romano che a Ponte Galeria c’è un lager, e che dentro a quel lager c’è gente che lotta e si ribella. All’arrivo dei carabinieri in antisommossa i manifestanti non si disperdono, ma continuano il corteo nelle viuzze del quartiere fino a piazza Santa Maria in Trastevere.
Ascolta la diretta del dopo presidio:
[audio:http://www.autistici.org/ondarossa/archivio/silenzioassordante/100313pontegaleria_finale.mp3]
Il giorno dopo alcuni quotidiani nazionali, che per una volta non possono far finta di nulla,parleranno della mancata visita dell’assessore regionale Luigi Nieri, a cui la polizia avrebbe negato l’accesso al Cie e di cassonetti rovesciati per protesta in zona Trastevere.
Guarda un video della protesta sui tetti del Cie di Ponte Galeria:
Tutti i contributi audio sono a cura di Radio Onda Rossa
Domenica 14 marzo, Gradisca. Pomeriggio di tensione nel Cie di Gradisca, dove i reclusi sono stati fatti rimanere tutto il pomeriggio chiusi nelle celle, senza una spiegazione. Dopo un paio d’ora hanno cominciato una protesta, culminata con il rifiuto della cena – che gli operatori pretendevano di passar loro da sotto le porte «come fossimo dei cani». Scatta subito la ritorsione, con una decisa perquisizione, e poi ancora proteste. Solo intorno alle nove di sera la situazione si è calmata: «ci vediamo domani», hanno detto i reclusi alle guardie. A domani.
Aggiornamenti 15 marzo. A Roma, intanto, i reclusi sono in sciopero della fame dopo la rivolta di sabato. Ci sono dei feriti: in molti, infatti, dopo essere scesi dal tetto intorno alle 22,30 sono stati picchiati brutalmente dalla polizia ed hanno subito una perquisizione. Uno di loro non riesce più a muovere la mascella e sembra che un altro si sia tagliato un braccio nella speranza di scongiurare ulteriori pestaggi. A Gradisca, ancora oggi, prosegue lo sciopero della fame, non sappiamo quanto compatto. Ieri, durante le perquisizioni, i soldati e i poliziotti erano armati e hanno costretto alcuni reclusi a rimanere con le mani in alto, altri invece hanno usato i maganelli: tensione altissima, dunque.
Leggimi in francese.
Rome, le samedi 13 mars : depuis un moment était annoncée une manifestation sous les murs du centre de rétention (CIE) de Ponte Galeria. Avant d’arriver au rassemblement, un groupe de soutiens recouvre d’affiches les murs des gares de la ligne Rome-Fiumicino. Puis, arrivés devant le centre, certains font passer de la bouffe et des boisssons aux retenus : des aliments sans antidépresseurs ni calmants, à la différence de ceux habituellement fournis par la coopérative Auxilium qui gère le CIE depuis deux semaines.
Pendant que le rassemblement commence dehors, à l’intérieur monte la protestation : d’abord des cris, puis les premiers incendies. Les flics tentent alors d’enfermer tous les retenus dans les cellules, mais n’y parviennent que dans l’aile des femmes. 30 retenus de la section des hommes réussissent à monter sur le toit, pendant que leurs camarades continuent de brûler les matelas. Ils resteront au moins une demie-heure sur le toit, jusqu’à ce que les policiers anti-émeutes les contraignent à redescendre, en leur tirant des lacrymos dessus.
Mais juste après, une vingtaine de retenus grimpe sur le toit d’un autre bâtiment, où ils resteront des heures, résistant aux menaces et aux charges de la police. Tentant de s’enfuir, l’un s’agrippe au lampadaire, d’autres s’entaillent les bras et d’autres encore menacent de se pendre avec des draps. Alors que le rassemblement se disperse, les flics chargent les derniers retenus sur les toits : matraquages en règles et menottes. Dès lors, les soutiens décident d’occuper les voies de la gare « Fiera di Roma », bloquant le trafic ferroviaire dans les deux sens pendant près de 40 minutes.
Vers 19h, un groupe d’au moins 100 personnes se rassemble sur la place devant la gare Trastevere et part en cortège sauvage non autorisé qui bloque la circulation, derrière une banderole « Fermer les camps pour immigrés – Antiracistes contre toutes les prisons ». Les cris et les interventions au mégaphone rappellent à la foule des passants du samedi soir romain qu’il y a un camp à Ponte Galeria, et que dans ce camp il y a des gens qui luttent et se rebellent. À l’arrivée des carabiniers anti-émeute, les manifestants ne se dispersent pas et continuent la manifestation dans les ruelles du quartier jusqu’à piazza Santa Maria à Trastevere.
Le lendemain, les journaux nationaux qui pour une fois ne peuvent pas faire comme si de rien n’était, parleront de poubelles renversées, et de la visite d’un élu régional annulée parce que la police lui a refusé l’accès au centre !
Gradisca, le dimanche 14 mars : c’est un après-midi chargé de tension au Cie de Gradisca, où les retenus ont été enfermés dans leurs cellules pendant toute la journée, sans raison. Au bout d’une heure ou deux, les retenus commencent à protester, et ils vont jusqu’à refuser de dîner, parce que les employés du centre prétendaient leur passer la nourriture sous les portes des cellules, « comme si on était des chiens ». La répression ne se fait pas attendre, avec une perquisition musclée, qui entraîne d’autres protestations de la part des retenus. La situation se calme vers 21h.
Ponte Galeria (Rome), le lundi 15 mars : pendant ce temps à Rome les retenus ont entamé une grève de la faim après la révolte de samedi dernier. Il y a beaucoup de blessés : après être descendus des toits autour de 22h30, les retenus ont été tabassés par la police et ils ont subi une violente perquisition. Il y en a un d’entre eux qui ne peut plus bouger la mâchoire, et semble-il un autre qui se serait lacéré le bras en espérant éviter de nouvelles violences.
À Gradisca la grève de la faim continue, mais nous ne savons pas combien ils sont à participer dans le centre. Hier, pendant les perquisitions, les militaires et les flics étaient armés, et ils ont obligé certains retenus à rester avec les mains en l’air, d’autres se sont servis de leurs matraques.
(traduzione tratta da Au fond, près du radiateur)
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