Ordine pubblico

«Oh, tutto bene?»

«Sì, sì, tutto bene…»

Ogni volta che entro dentro al bagno, e ci entro portandomi un bel libro appresso, non mi riesce di arrivare in capo alla seconda pagina senza che il piantone che mi piantona non dia segni di agitazione. Sento che si alza e che passeggia, che sporge il viso tra le sbarre tentando di indovinare movimenti dietro la fessura della porta della latrina; poi, immancabilmente, mi chiama per assicurarsi che io sia vivo.

E già, perché nonostante me ne stia sempre tranquillo e di buon umore, ridendo addirittura ad alta voce nel leggere le lettere dei miei compagni di fuori; nonostante non abbia pensieri di morte né di giorno né di notte (principale preoccupazione della lugubre psichiatra che si aggira qui in sezione); nonostante mangi con appetito, e che sia pure un po’ ingrassato; nonostante non dia segno di alcuna sofferenza, sono stato sottoposto – io e i miei compagni con me – al regime carcerario che si applica agli aspiranti suicidi e agli autolesionisti incorreggibili. Regime fastidioso per me (niente lenzuola, per esempio, né buio la notte, né vestiti in cella oltre a quelli che indosso) e dispendioso per l’amministazione, che deve dedicare un carceriere intero solo a me, giorno e notte.

«È che ci è stato chiesto,» dice il direttore mirando col dito verso l’alto, «ci è stato chiesto che non si ripetano i fatti di docici anni fa.» E poi comincia un breve discorso sull’importanza della vita umana, «di tutte le vite umane». Peccato che un qualsiasi detenuto che entri qui dentro per truffa, o spaccio, o perché senza documenti, e che dimostri pure una allegria e una noncuranza ben minore delle nostre non “godrebbe” certo di tutte le fastidiose attenzioni delle quali godiamo noi. Già, perché non è vero che le vite qui dentro sono tutte «egualmente importanti», come dice il direttore. Le nostre gli sono più preziose, perché oltre ad essere vite sono una questione di ordine pubblico in città – come dodici anni fa, per l’appunto. Quelle degli altri no.

(Le Vallette, 4 marzo 2019)