La proposta di De Corato: «nuovo centro a Malpensa»
Milano, 18 maggio 2011 – «Sui clandestini troppo spesso si fa un lavoro a vuoto». Lo dicono i numeri: l’anno scorso 3.779 stranieri hanno ricevuto un ordine di espulsione perché non in regola con i documenti. Tra questi, 1.083 sono passati dal «centro per l’identificazione e l’espulsione» (Cie) di via Corelli. E quelli effettivamente rimpatriati? Appena 670, meno di uno su quattro. Per questo il vice sindaco, Riccardo De Corato, attacca: «È stata fatta la nuova legge sull’immigrazione, ma adesso bisogna renderla esecutiva, altrimenti è inutile proclamare che si fa davvero la lotta alla clandestinità». Carenza principale: le strutture. «Serve un nuovo centro per le espulsioni, l’ideale sarebbe farlo vicino a Malpensa», conclude De Corato.
È un tema di cui si discute da anni. Tema sensibile e su cui i partiti della maggioranza si giocano buona parte del consenso. Argomento di tensioni latenti tra il Pdl (soprattutto gli ex An) e la Lega. Nei fatti, le statistiche spiegano più di ogni altra cosa i limiti delle politiche per contro l’immigrazione irregolare. Tutti i clandestini, prima di essere espulsi, devono passare attraverso un centro di identificazione. Prima per stabilire quale sia il Paese d’origine (se una persona è senza documenti, bisogna accertare al cento per cento quale sia la sua nazionalità affinché lo Stato d’origine la «accetti»); poi in attesa di organizzare in viaggi. Il problema è che il Cie di Milano ha 120 posti e deve ospitare anche stranieri «espulsi» dal resto d’Italia (nel 2009 la maggior parte degli «ospiti» proveniva da altre questure). De Corato registra questo dato di fatto: «Polizia locale, polizia di Stato e carabinieri fanno troppo spesso un lavoro a vuoto. Identificano gli stranieri da espellere, ma poi mancano le strutture. Se governo e ministero degli Interni vogliono davvero aumentare il numero delle espulsioni, come chiedono anche esponenti vicini all’area del ministro, c’è bisogno di altri Cie. I nostri vigili rischiano la loro incolumità, ma così siamo vicini all’impotenza ».
Delle localizzazioni si parla da almeno due anni. Nel 2008 si era arrivati a un’intesa di massima in Regione per una nuova struttura vicino a Malpensa. Anche per Milano erano state proposte nuove possibili località. In tutto il Nord ci sono soltanto tre Cie: nel capoluogo lombardo, a Torino e a Gradisca d’Isonzo. «Anche noi — conclude il vice sindaco — saremmo pronti a fare la nostra parte, ma credo che il prossimo Cie debba essere costruito nelle zone dove non c’è». In queste settimane, con i lavori in corso, la capienza di via Corelli è ridotta.
(Corriere dalla Sera)