Maroni, Frontex rischia di diventare ‘euro-carrozzone’

Roma, 18 maggio 2010 Fino al oggi ”l’apporto concreto dell’agenzia europea Frontex all’attivita’ di contrasto all’immigrazione clandestina non puo’ considerarsi sufficiente” perche’ la stessa realta’ di controllo delle frontiere esterne europee ”non svolge, in realta’, compiti di natura operativa, demandandoli ai singolo Stati membri”.
Per questo l’Italia ”ha gia’ sollevato il problema a livello europeo”. Ad affermarlo e’ stato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni nel corso di una audizione presso le Commissioni Affari costituzionali e Politiche europee della Camera.
Maroni ha, quindi, sostenuto che Frontex ”rischia, come molte altre agenzie europee, di trasformarsi in un ‘euro-carrozzone”’. L’accusa e’ quella di matarsi, in sostanza, da uno strumento operativo ad uno burocratico-amministrativo. E i dati, ha detto il responsabile del Viminale, andrebbero proprio in questa direzione se si pensa che nel 2008 le spese per Frontex ammontavano a 71,2 milioni di euro ed hanno raggiunto gli 88,2 milioni di euro. Un aumento di budget che, pero’, ha fatto notare Maroni, vede le spese amministrative passare da meno di 20 milioni di euro a 36 milioni, con un aumento del 14% e quelle operative crollare dal 73% del totale al 41%”.
”Insomma – ha spiegato Maroni in audizione – il rischio che paventiamo e’ che Frontex non sia piu’ una struttura veramente operativa”. Il nostro paese, invece, ha avanzato alcune proposte in senso opposto chiedendo che questioni come il pattugliamento e il controllo delle frontiere, ma anche la gestione dei flussi e dell’accoglienza cosi’ come la gestione dei Centri di identificazione, vedano sempre piu’ il coinvilgimento dell’Europa. Questo, ha concluso Maroni, nella prospettiva di giungere ad una polizia di frontiera europea.

 

(ASCA)