Intorno a Corelli

A due giorni dai fatti, altri racconti dall’evasione milanese dell’altra notte.

«Ieri, lunedì 19 Luglio, uno dei reclusi che aveva tentato l’evasione la notte precedente è stato rilasciato dal Cie di via Corelli con una gamba ingessata. Una volta buttato per strada con il foglio dei “5 giorni”, dolorante, senza stampelle, senza alcun aiuto, è stato costretto a chiamare il 118 e a farsi ricoverare in ospedale. Il motivo del suo rilascio non è chiaro ma probabilmente, come già accaduto altre volte, la Croce Rossa non è disposta ad offrire cure che vadano al di là di aspirina e tranquillanti e, per non sobbarcarsi i costi delle medicazioni, libera con la semplice firma su un foglio chi non ha più intenzione di curare o chi da troppo fastidio.
Ora P. dovrà essere operato per una grave frattura alla caviglia che si è procurato saltando il muro di cinta che lo separava dalla libertà insieme ad altri 3 reclusi che, più fortunati di lui, sono riusciti a darsi alla fuga.
L’altro recluso che nella notte era stato ricoverato in ospedale è invece ancora nel Cie di via Corelli ed è oramai confermato da più fonti che il motivo ufficiale del suo ricovero (cioè l’aver ingoiato una pila) è totalmente falso, la realtà è che è stato violentemente picchiato dalla polizia durante la protesta.
Dal racconto di P. risulta inoltre più chiara la dinamica dei fatti dell’altra notte.
Dopo essersi radunati in una trentina sul tetto protestando contro la detenzione amministrativa e in solidarietà con quanto stava accadendo a Gradisca, sette reclusi hanno approfittato della situazione imprevista per tentare una fuga collettiva. Sono saltati giù dal tetto, si sono aiutati a vicenda a scavalcare il muro di cinta e in quattro vi sono riusciti prima dell’arrivo dei militari, uno di loro (P.) nella caduta si è rotto la caviglia ed è stato aiutato dagli altri ad allontanarsi dal Cie. Percorso qualche centinaio di metri ha chiesto però di essere abbandonato perché, sopraffatto dal dolore, non riusciva più a camminare. Da lì, augurata buona fortuna a chi continuava la fuga, ha chiamato un’ambulanza che è arrivata accompagnata dalla polizia. Poi è stato condotto al Pronto Soccorso e
piantonato, infine riportato nel Cie. L’indomani, come già detto, è stato lasciato andare.»