Speriamo solo non sia un giudice
24 novembre. “L’ultimo colpo nella tarda mattinata di lunedì. Nella cancelleria della Procura Generale stavano ancora compilando l’elenco dei furti commessi nel fine settimana quando, poco dopo le 14, è arrivata la telefonata di un’impiegata: «Sono uscita un momento dall’ufficio e mi è sparito il portafoglio». In soli due giorni, nel Palazzo di Giustizia (teoricamente l’edificio più sicuro della città), sono spariti nove portafogli: tre sono stati rubati sabato mattina, gli altri sei nella sola mattinata di lunedì. Tra le prime vittime, il sostituto procuratore Manuela Pedrotta.
Magistrato impegnato nel pool antiterrorismo e titolare di alcune delle più delicate inchieste affrontate dalla Procura, la Pedrotta sabato mattina era nel suo ufficio al quinto piano. È uscita per pochi minuti e quando è rientrata ha scoperto che qualcuno le aveva frugato nella borsa e si era impadronito del suo portafoglio. Il borsellino, naturalmente vuoto, è stato ritrovato nel pomeriggio dai finanzieri che lavorano con lei in un sacchetto della spazzatura [sic!]. Nella stessa mattinata il misterioso “topo” del Palagiustizia ha colpito altre due volte, alleggerendo le borse di un’impiegata e di una cancelliera.
Lunedì la sfrontatezza del misterioso ladro ha toccato il culmine: in poche ore ha messo a segno ben sei colpi. I sospetti si sono addensati su uno sconosciuto che è stato visto aggirarsi senza meta per i corridoi del palazzo. Lo stesso personaggio che è entrato in un ufficio credendolo deserto e, quando si è trovato di fronte un impiegato, si è allontanato in fretta farfugliando di aver sbagliato porta. Sulle sue tracce ci sono ora tutti i 268 investigatori che, tra carabinieri, finanzieri, poliziotti, vigili urbani e guardie forestali, compongono la polizia giudiziaria del Palagiustizia.
Non è però la prima volta che l’edificio che ospita Procura e Tribunale finisce nel mirino dei ladri. Nel 2001 sparirono le lampade alogene dell’anticamera dell’allora procuratore capo Marcello Maddalena e il computer del pm Andrea Padalino. Qualche hanno fa fu arrestato il tecnico di una ditta informatica che, fuori orario, si dedicava alla razzia di video e terminali. Il più sfrontato di tutti resta però il ladro che, convocato negli uffici della polizia giudiziaria per un’accusa di furto, alla fine dell’interrogatorio rubò il cellulare del sottufficiale che lo aveva preso a verbale.” (Da un articolo di Meo Ponte, sull’edizione di Torino di Repubblica del 24 novembre 2010. I link sono nostri, il divertente strafalcione di sintassi è assolutamente suo.)