Venerdì

È venerdì, e il venerdì in corso Brunelleschi è il giorno dei marocchini. Non passa settimana, infatti, senza che dal portone del Centro escano un po’ di ragazzi marocchini ammanettati, in auto o sul cellulare, diretti loro malgrado verso Caselle. Sempre i soliti orari, un meccanismo ben oliato: ti avvertono di preparare le tue robe dopo pranzo, alle due ti portano fuori dalle gabbie e alle quattro si varcano i cancelli. L’aereo, sempre dell’Alitalia, è alle sette, e ti accompagna fino a Roma. Lì ne prendi un altro, a volte ancora Alitalia e a volte AirMaroc, e poi arrivi a Casablanca. Le botte a volte ci sono e a volte no, dipende da come ti comporti; la “terapia” per tenerti buono, invece, è sempre a disposizione.

Questo venerdì è toccato a Said e Bashir. Said, pensate, aspettava proprio in queste ore la decisione del Giudice di Pace che probabilmente avrebbe decretato la sua liberazione: quando la sentenza arriverà, qualunque sia, lui sarà troppo lontano. Bashir, invece, era in sciopero della fame: anche nel suo caso il Giudice aveva accettato di prendere in considerazione il suo ricorso contro il decreto di espulsione, ma senza sospendere il trattenimento al Cie né le pratiche della deportazione.

Intanto, dei tre reduci della rivolta del 14 luglio scarcerati all’inizio del mese solo Hassan è ancora in corso Brunelleschi. Dopo Ramzi, portato via quasi subito, anche Larbi è stato deportato, ieri, dopo una visita al Martini e una notte in Questura. Intanto, Ramzi ha fatto sapere dalla Tunisia che il suo viaggio è stato corredato sia dalle botte che dai sedativi. Più tranquillo, invece, quello di Larbi. Hassan, da parte sua, sta continuando uno sciopero della fame durissimo, accompagnato da periodici gesti di autolesionismo: solo stasera ha ingoiato altre due pile.

Aggiornamento 18 dicembre. Da Casablanca Said e Bashir salutano. Hanno fatto il viaggio accompagnati da quattro poliziotti e, nonostante il ritorno forzato, sono contenti di non essere più circondati da gabbie. Da parte sua Hassan, dopo 16 giorni senza toccare cibo passati tra Centro ed ospedale, ha sospeso il suo lungo sciopero della fame. Intanto, però, altri due reclusi in un’altra area sono in sciopero: uno da ieri sera e l’altro da cinque giorni. Anche loro, per dare più forza alla propria protesta, hanno inghiottito pile e pezzi di ferro, ovviamente senza venire soccorsi.

Aggiornamento 19 dicembre. Proprio mentre Larbi veniva portato via dal Centro, un quarto reduce della rivolta di luglio è stato trasferito dalle Vallette a Corso Brunelleschi. È Said. In carcere rimangono ancora Hamid e Khalid.