Crepe
«Attorno a Corso Vercelli, Torino, un anno fa qualcuno dimostrò cosa si può fare in caso di sgombero. Sgombero di che?
LOstile, palazzo fino ad allora abbandonato dal destino tecnoburocratico che l’aveva costruito, era stato abusivamente occupato. Per quanto è durato, è stato uno strappo nel tessuto urbano. Da ogni parte infatti la superficie della città, che in tanti vogliono costruire, vedere e raccontare come liscia, è invece increspata, scavata, squarciata. Da ogni parte pace, benessere, normalità, insomma, si mostrano per ciò che sono: pace imposta, benessere di alcuni, normalità normativa. Una casa molto grande, capace quindi di contenere più persone e relazioni, strappata alla normalità e ostile alla pace dei pochi benestanti. Una crepa dunque.»
«Non più speciale di altre che ogni giorno si aprono più o meno profonde, in ogni città: strade e stazioni bloccate contro riforme e contratti, una colonna di fumo che si innalza da un CIE, il taccheggio di un pezzo di formaggio, un vicinato che scaccia l’ufficiale giudiziario, un abusivo che si libera e fugge da un controllo…
Chi ha abitato lOstile queste crepe voleva – e vuole – continuare ad allargarle, a dismisura.
Tutti quelli che durante lo sgombero hanno dato fuoco a barriere di cassonetti, respinto a bottigliate la polizia, bloccato l’accorrere dei pompieri, conteso palmo a palmo le strade del quartiere, ne hanno aperte altre.
E se anche son state chiuse con la forza, la sutura, si sa, lascia segni da cui è più facile ripartire.
Abbiamo a che fare con un processo che vede accusati alcuni di quelli, non pochi, accorsi ai piedi de lOstile.
Non ci dilungheremo sulla situazione tecnica o su un’analisi dei variegati metodi della repressione (Moloch di cui si tiene conto solo quando si scatena, meno nelle sue continue articolazioni quotidiane, oscenamente esposte e spesso fragili).
Non abbiamo bisogno di sentir ragioni. Dove stare lo abbiamo scelto da tempo. Da una parte, ed è il meno, staremo al fianco degli imputati. Dall’altra, ma questo è già stato cominciato da tanti, vicini o lontani, che spesso non conosciamo e da cui spesso abbiamo solo da imparare, vogliamo causare e divaricare ogni frattura, ogni faglia, ogni crepaccio che si aprirà in questo nostro mondo.
Affinché venga inghiottito per sempre.»
(Martedì prossimo, 15 febbraio, comincerà il processo per il primo sgombero de Lostile occupato di corso Vercelli. Come ricorderete, difatti, a poco più di cinque mesi dagli scontri era scattata una maxi-operazione organizzata dalla Questura che aveva portato all’arresto di 7 compagni, tra carcere e domiciliari, e l’imposizione dell’obbligo di firma ad altri 9)