Equilibri

Dopo Torino, Bari e Brindisi, anche a Gradisca sono cominciati ad arrivare i tunisini reduci dagli sbarchi del dopo-rivoluzione. Fino all’altro giorno la struttura insontina era stata tenuta un po’ ai margini dei trasferimenti più o meno di massa dell’ultima settimana: come sapete, quello di Gradisca è un Centro particolarmente turbolento, le capacità di “accoglienza” sono ridotte fortemente dai danni delle rivolte degli ultimi anni e i lavori di ristrutturazione che sono appena iniziati (li sta eseguendo, ed è confermato, la Easy Light di San Michele al Tagliamento) ne richiederanno una contrazione ulteriore.

Ma la situazione a Lampedusa è quella che è, per cui anche Gradisca alla fine ha avuto i suoi cinquanta tunisini da gestire. Sono arrivati solo ieri e già questo pomeriggio gli equilibri sempre precari del Centro sono saltati. In almeno due blocchi (quello “rosso” e quello “blu”) i reclusi hanno dato fuoco ai materassi per protestare contro il sovraffollamento e le condizioni di detenzione. Non ci sono voci né di feriti né di evasi, ma le notizie che arrivano da là sono, per ora, ancora molto scarne. Quando ne sapremo di più vi aggiorneremo.

Aggiornamento 15 febbraio. Pescati dalla rete, eccovi alcuni articoli sui fatti di Gradisca di ieri sera e poi ancora un audio di Radio Onda d’Urto che fa una panoramica della situazione nei Centri di questi giorni.

Esplode nuovamente la tensione all’interno del Cie di Gradisca. Tre stanze situate nella «zona rossa» della struttura isontina per immigrati sono state incendiate dagli ospiti nella serata di ieri.
L’allarme all’ex caserma Polonio è scattato poco dopo le 19: seguendo una modalità operativa ormai consolidata, alcuni clandestini, almeno una ventina, hanno dato fuoco a materassi e coperte delle proprie celle. Una lunga colonna di fumo si è levata dal Cie, ben visibile agli automobilisti dalla strada regionale 305. Sul posto, oltre alle forze dell’ordine deputate alla vigilanza perimetrale, anche i mezzi dei Vigili del Fuoco e un’autoambulanza del 118 di Gorizia.
Non si sarebbero verificate evasioni. A tarda sera la conferma che la rivolta è stata innescata da alcuni clandestini tunisini arrivati nei giorni scorsi a Gradisca da Lampedusa. Fra loro vi sono anche trenta richiedenti asilo politico che, secondo indiscrezioni non confermate, dal vicino Cara sarebbero stati trasferiti anch’essi al Cie, come i loro connazionali. Su questo aspetto si interrogano le associazioni umanitarie, che temono dinieghi all’asilo ed espulsioni di massa per i tunisini. Come già accaduto nel recente passato, sembra quasi esserci un silenzioso tam tam dietro lo scoppio di questi momenti di tensione nei diversi Centri di identificazione ed espulsione del Paese. Da alcuni giorni, in particolare, sono in subbuglio le strutture di Torino e Brindisi, con numerose rivolte, scioperi della fame e tentativi di evasione. Ora ovviamente la situazione diventata ancor più torrida con l’emergenza-sbarchi di Lampedusa, che ha visto il Viminale organizzare numerosi ponti aerei fra la Sicilia e i centri per migranti di tutta la Penisola. Nei Cie italiani attualmente non sta più neppure uno spillo.
Anche a Gradisca la situazione sarebbe ormai al limite. La presenza al Cie di via Udine è quella massima possibile di 130 persone, la metà della capienza reale di 248. Una riduzione resasi necessaria in quanto, ironia della sorte, proprio in questi giorni all’interno dell’ex caserma sono iniziati i lavori di ripristino della sicurezza: dispositivi antifuga a infrarossi, camere di parcellizzazione, telecamere per la sorveglianza interna dopo i frequenti danneggiamenti e le rivolte degli ultimi quattro anni.

Il Piccolo

 

Un gruppo di ospiti del Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia) ieri sera ha appiccato il fuoco a tre camerate. GLi extracomunitari hanno incendiato mobili, suppellettili e materassi, rendendo parzialmente inagibili i locali, anche a causa del fumo che ha impregnato le camerate.

La protesta e’ stata sedata dalle forze dell’ordine e le fiamme sono state spente dai vigili del fuoco. Secondo la ricostruzione fornita dalla Prefettura di Gorizia, la protesta e’ scoppiata con la scusa di alcune richieste inoltrate dagli extracomunitari e non accontentate. L’obiettivo, dicono in Prefettura, era di creare confusione con un’azione diversiva e tentare la fuga.

Attualmente il Cie ospita 130 immigrati, compresa la cinquantina arrivata alcuni giorni fa da Lampedusa a seguito dei nuovi sbarchi. La capienza massima del Cie e’ stata ridotta a seguito dei lavori di ristrutturazione in corso, ed e’ passata dai 240 iniziali a 190, poi a 150 anche a causa dei ripetuti danneggiamenti provocati dagli immigrati e infine agli attuali 130. L’intenzione, riferiscono dalla Prefettura, e’ di ridurre la capienza a non piu’ di 60-70 persone, quando le opere edili interesseranno a rotazione le camerate.

 Adnkronos

 

Ascolta il contributo trasmesso da Radio Onda d’Urto:

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