Un nuovo Cie, ed è rivolta
«C’è un clima da rivolta nell’ex caserma Andolfato. Ma anche all’esterno della struttura la tensione è alle stelle. Da ieri mattina il campo è ufficialmente un Centro di identificazione ed espulsione (Cie), e tutti i 220 tunisini che sono dentro saranno espulsi. Per i primi giorni i ragazzi arrivati da Lampedusa non sapevano della loro sorte, ma quando sono stati informati di quello che li aspettava da esponenti delle associazioni umanitarie e dai mediatori culturali, sono cominciate le tensioni. Dall’altro ieri rifiutano il cibo. I tentativi di fuga si susseguono in ogni ora del giorno e della notte. Due giovani ospiti, dopo essere caduti dal muro di cinta alto oltre cinque metri, sono stati ricoverati in ospedale; da lì, un immigrato, nonostante la diagnosi di coma leggero, è riuscito comunque a fuggire e a far perdere le proprie tracce. L’altro immigrato è stato riportato nell’ex caserma. Al momento sono tre i tunisini che sono riusciti a fuggire. E nella nottata di ieri ci sono stati anche scontri con le forze dell’ordine.
I tunisini hanno lanciato pietre contro gli agenti che hanno usato i lacrimogeni per riportare la calma. “Ci hanno comunicato all’improvviso che la natura giuridica del campo è cambiata da Centro di accoglienza a Centro di identificazione ed espulsione – dice don Antonello Giannotti, direttore della Caritas di Caserta – nel pomeriggio di ieri è stato comunicato dalle autorità presenti che non sarebbe stata accolta alcuna richiesta, né di permesso di soggiorno ex articolo 20 e neanche richieste di protezione internazionale. I fatti testimoniano una gestione confusa, discutibile e non pienamente rispettosa della dignità delle persone coinvolte”.
Poco dopo le 13 sono arrivati anche il parlamentare europeo, Andrea Cozzolino e il deputato Stefano Graziano, entrambi del Pd. Si sono trattenuti fino alle 16.30 all’interno del campo, raccogliendo gli sfoghi dei poliziotti, quelli dei tunisini e dei volontari della Croce rossa. “La tendopoli di Santa Maria Capua Vetere va subito smantellata – hanno scritto in un comunicato al termine della visita – il decreto di ieri del governo, che l’ha trasformata in un Cie, è un’assurdità. La struttura manca infatti dei requisiti minimi per svolgere questa funzione”. Dello stesso avviso è anche il segretario generale del sindacato di polizia Silp-Cgil, Claudio Giardullo.
“La tendopoli – rileva Giardullo – per ragioni strutturali, non garantisce condizioni di sicurezza per gli operatori di polizia e per gli stessi migranti”. Ieri sera, intanto, all’esterno dell’ex caserma s’è svolta la Via Crucis, promossa dai padri sacramentini, i padri comboniani di Castel Volturno, le suore di Casa Rut, e le associazioni umanitarie.»