La polizia lancia un allarme

Modena, 29 aprile 2011 Tra giugno e luglio i militari di stanza al Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Modena potrebbero tornarsene a casa. Sta infatti per scadere il rinnovo della convenzione con il Ministero della Difesa che non potrà essere prorogata ulteriormente, se non da un’apposita legge dello Stato. Cosa assai improbabile, visti i tempi di un normale iter legis, anche se si trattasse di un decreto legge.
La Polizia, quindi, lancia l’allarme alla città: «Se tolgono i militari dal Cie almeno otto agenti per turno verranno sottratti quotidianamente dai loro attuali compiti. Il che significa — dice il rappresentate sindacale del Siulp, Bruno Fontana — solo una cosa: meno poliziotti per le strade, rischio chiusura degli uffici (già ridotti all’osso) e delle indagini». E anche Fabio Giammarco del Sap non nasconde che «la situazione sarebbe davvero compromessa: non si può pensare di raschiare il fondo più di così. Anche perché il Cie non serve solo Modena ma tutto il Paese». La situazione, dunque, è molto più che seria. Soprattutto se si considera il delicato momento che attraversa Modena, e l’Italia in generale, a causa degli imponenti sbarchi di clandestini dal Nord Africa che si susseguono da settimane. «A Modena — prosegue Fontana — mancano già al nostro organico 70 uomini, lo ha detto il questore stesso, e se dovessimo occuparci interamente del Cie (insieme a Carabinieri e Finanza) sarebbe un vero colpo per la sicurezza cittadina. Lanciamo quindi un accorato appello sia al Prefetto che al sindaco perché si muovano in tempo».
Ma al grido d’allarme della Polizia il sindaco di Modena, Giorgio Pighi, risponde che «se come vuole l’Ue il reato di clandestinità sarà abolito, la presenza dei militari al Cie non sarà più certa, dato che l’intervento dell’esercito, per legge, è previsto solo in casi di calamità» e quindi il Centro di identificazione ed espulsione «dovrà essere gestito dalle sole forze dell’ordine cittadine». Una risposta che non risolve il problema sollevato per la prima volta in Consiglio comunale da Sergio Celloni dell’Mpa, e che ha messo in agitazione tutti i sindacati di polizia. «Bisogna preoccuparsi della sicurezza — prosegue infatti il rappresentante del Siulp — anche perché le situazioni di criticità a Modena sono moltissime e quella degli stranieri è la prima. Nove volte su dieci quando una pattuglia esce per intervenire, si tratta di qualche problema connesso proprio agli stranieri». Non si parla però dei profughi, che hanno trovato in fretta una sistemazione ben precisa. Secondo quanto racconta la Polizia infatti è il numero di stranieri in generale che sta aumentando a vista d’occhio in città «con tutte le conseguenze del caso, dato che queste persone non hanno lavoro, né soldi per sopravvivere e spesso neppure un tetto sotto cui dormire».
E, assicura Fontana, sono sempre di più le segnalazioni preoccupate dei cittadini. «Se non vogliamo consegnare la città al caos è necessario trovare una soluzione — spiega Giammarco del Sap — o per far restare i soldati al Cie o per aumentare l’organico delle forze dell’ordine». Tutto nasce, forse, da una sottovalutazione dei tempi di intervento per garantire continuità al lavoro dei nostri militari all’interno del Cie.
«Già il 31 dicembre 2010 — dice infatti Sergio Celloni dell’Mpa, promotore dell’interpellanza sulla questione — è scaduto il termine del decreto ministeriale che prevedeva e finanziava la presenza dei militari all’interno del Cie. Il sindaco, però, parla di situazione eccezionale che in qualche modo sarebbe venuta a mancare a causa dell’Europa. Forse non considera l’uscita di scena dell’esercito e gli ultimi sbarchi di clandestini una calamità? Nella sua posizione è importante che faccia tutto quanto gli è possibile per risolvere al più presto la situazione. Altrimenti Modena rischia di restare senza forze dell’ordine». E Sap e Siulp avvertono: «Se non riceveremo una risposta entro breve, il 21 maggio prossimo invece di festeggiare, come ogni anno, la Giornata della Polizia, saremo costretti a manifestare». La città è avvertita.

(Gazzetta di Modena)