Allegorie

Proprio questo fine settimana ricorre il decimo compleanno del consorzio Kairòs, la stampella torinese della più nota Connecting People – la holding della detenzione amministrativa che, dopo aver perso a malincuore la gestione di quel che resta delle gabbie di Gradisca, ha recentemente conquistato la possibilità di tirar su quattrini sulle nuove gabbie di Manduria e di Palazzo San Gervasio.

Buon compleanno Kairòs

Per dimostrare di essere una potenza economica in città, un “produttore di welfare” paracomunale con i controfiocchi, il Consorzio Kairòs ha pensato bene di farsi la festa dedicandosi tre giorni interi di iniziative tra feste di strada, convegni, spettacoli e concerti. Per venerdì sera era previsto uno spettacolo teatrale con Paolo Rossi, al coperto del Cortile del Maglio a Borgo Dora, ed è proprio lì che un gruppo di nemici delle espulsioni riesce ad imbucarsi, nonostante gli agenti del quartiere che presidiano gli ingressi e le camionette dei celerini in bella mostra, con l’intenzione di ricordare per l’ennesima volta la complicità delle cooperative torinesi con la macchina delle espulsioni.

Nel Cortile del Maglio ci sono un duecento persone, tra soci e dipendenti delle cooperative, pezzi grossi cittadini e l’immancabile Mauro Maurino. Sul palco, però, invece di Paolo Rossi c’è… Fassino, che discetta sulla forza della cooperazione e sui modelli di welfare comunale. Per nulla intimoriti dal cambiamento di programma, i nostri cominciano a volantinare mentre cinque prendono il palco, interrompono il Sindaco ed espongono un lunghissimo striscione: «I lager non si umanizzano, si distruggono. Chi collabora è un aguzzino». Lo spilungone in fascia tricolore si fa da parte scocciato e lascia il campo a un gruppo di celerini che, col dente avvelenato dalla breve sommossa del giorno prima, salgono sul palco prima ancora che i contestatori riescano ad accendere il megafono. Manganelli, qualche cazzotto, calci, sputi, insulti, un megafono rotto in testa, lo striscione strappato, il tutto su di un palco da teatro e di fronte ad un pubblico ammutolito: una involontaria allegoria della democrazia come solo la genialità questurina sa organizzare. Trascinati via i guastafeste, Fassino ricomincia a parlare come se niente fosse: è la prima volta che viene contestato nella sua carriera di sindaco, ma sa che ci dovrà fare l’abitudine.

Nel pubblico ci sono una decina scarsa di “sinceri democratici”, che protestano indignati (ma flebili) contro i modi della polizia, e vigilano che i celerini non mostrino i muscoli ulteriormente mentre la Digos, arrivata col solito ritardo, procede con le operazioni di identificazione. Ma si sa, questi che credono ancora nelle enunciazione dei libri di educazione civica sono una razza in via di estinzione: la stragrande maggioranza dei presenti sa benissimo cosa sia il sistema rappresentativo, e rimane in sala a riverire diligentemente le autorità che si susseguono sul palco mentre ancora Paolo Rossi passeggia aspettando il suo turno per essere applaudito.

(Le altre iniziative della festa di compleanno di Kairòs? Sempre in tema di allegorie intorno alla democrazia, vi consigliamo l’esibizione al Taurus di Ciriè dei Fucktotum, uno dei gruppi dell’underground torinese che solo un anno fa aveva partecipato ad un concerto contro i Cie organizzato sotto le mura di corso Brunelleschi…)

Scarica e diffondi il volantino distribuito durante l’involontaria contestazione a Fassino.