Fassino in Barriera

A Torino il Sindaco è talmente benvoluto che per contestarlo bisogna avere pazienza e… aspettare il proprio turno. Questa mattina il Primo cittadino doveva inaugurare i nuovi giardinetti di via Leoncavallo, sorti sulle macerie della Ceat-cavi proprio in mezzo alla Barriera di Milano; ad attenderlo il solito parterre di consiglieri di Circoscrizione, rappresentanti di associazioni, giornalisti e sottopifferi para-comunali di ogni risma. Pochissimi i bambini della zona, ai quali, nella propaganda comunale, i giardinetti sarebbero dedicati: in effetti il nuovo spazio – una grossa gabbia spoglia e rossastra circondata dai palazzoni di via Aosta – odora più che altro di banlieue ed ha ben poco di attraente.
Sta di fatto che il Sindaco non ha ancora iniziato a parlare che un gruppo di disoccupati srotola ai bordi della cerimonia uno striscione ironico: «Fassino grazie per il giardino. I genitori disoccupati senza reddito». Neanche il tempo di digerire questa prima tiepida accoglienza che arrivano una quindicina di guastafeste del quartiere e se la prendono anche loro col Primo cittadino, ma per altre ragioni: la riqualificazione che da una parte espelle i proletari e dall’altra li rinchiude in ghetti, e l’attacco della celere contro gli abusivi del Balon di sabato scorso. Anche loro dotati di striscione: «La riqualificazione è guerra ai poveri».
Urla, fischi, il precario equilibrio della cerimonia è saltato. Il Sindaco taglia il nastro ma non riesce a parlare, si stacca presto dal gruppetto delle autorità per andare a chiedere ai Vigili di allontanare con le cattive i contestatori. Alle urla e ai fischi si aggiungono anche gli spintoni e un lungo tira-e-molla con lo striscione. Dei presenti qualcuno solidarizza coi contestatori («Lasciateli parlare!») oppure propone altre rimostranze contro il Sindaco («L’Imu, che tolga l’Imu!»), altri invece se la prendono con i guastafeste e i più semplicemente non capiscono bene cosa stia succedendo.
La festa oramai è rovinata quando arriva pure una camionetta della celere; ma i contestatori, oramai, hanno deciso di ritornarsene a casa.