Coi cassonetti

Picchetto antisfratto movimentato in via Ascoli, nel quartiere San Donato, nella mattina di mercoledì 12 settembre. Stretto tra un padrone di casa  particolarmente aggressivo e desideroso di rientrare immediatamente in possesso del suo immobile, e una famiglia che ha deciso di resistere,  l’ufficiale giudiziario propone una proroga di appena 6 giorni. Un rinvio troppo corto per permettere agli inquilini di trovare una soluzione, e che sposta il problema in un giorno in cui sono già previsti almeno una dozzina di sfratti. Eccesso di zelo o provocazione che sia, gli sfrattandi rifiutano sdegnosamente l’offerta, e i solidali cominciano a inveire contro l’ufficiale, il padrone e i poliziotti presenti.

La situazione si scalda rapidamente: la polizia chiama rinforzi, i solidali pure, e in pochi minuti il picchetto cresce fino a raggiungere la cinquantina di persone. All’arrivo delle prime volanti, due cassonetti vengono messi di traverso sulla strada per proteggere il portone, e vengono usati come tamburi per scandire il tempo degli slogan “Basta sfratti” e “La casa si prende, l’affitto non si paga”. Diversi passanti si fermano a guardare, i vicini si affacciano alle finestre, mentre il proprietario e il suo avvocato spariscono rapidamente e l’ufficiale giudiziario si mette a confabulare con i funzionari della Questura. Dopo un quarto d’ora di baccano, l’ufficiale propone – e in molti erano disposti a scommettere sulla data – un rinvio a martedì 16 ottobre. Gli inquilini accettano, la situazione torna rapidamente alla normalità e un lungo applauso saluta la determinazione di tutti.

Non è la prima volta che a Torino si spostano cassonetti per resistere a uno sfratto, ma certo è la prima volta che questo succede per protestare contro una proroga offensiva e insidiosa. Se da un lato questo è indice di intelligenza e disponibilità a battersi da parte degli inquilini sotto sfratto e dei solidali, dall’altro è altrettanto chiaro che sta diventando difficile ottenere senza sforzo un rinvio dignitoso. I margini di trattativa si assottigliano, e il livello dello scontro sale. Nei prossimi giorni si vedrà fin dove le parti sono disposte ad arrivare, e la forza e la determinazione che sapranno mettere in campo.

Per ora, ci limitamo a registrare che «quando non hai scelta devi resistere, per forza» come dice Hassan di via Ascoli ai microfoni di Radio Blackout 105.250. Ascolta l’audio oppure scarica il file mp3.

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