Alla romana?

Un breve aggiornamento dal Cie di Torino dopo tre giorni di rivolta. Innanzitutto i reclusi arrestati sono 6, e non 5 come pareva in un primo momento. E mentre nelle aree gialla, rossa e blu, danneggiate dagli incendi di venerdì e in quello di domenica, sono già cominciati i lavori di ristrutturazione, i reclusi continuano a dormire negli stanzoni delle mense. Tra i prigionieri circola la voce che la Questura, per alleggerire la pressione sulla struttura, stia preparando imminenti espulsioni, trasferimenti in altri Centri o liberazioni. La stessa cosa, insomma, che è successa al Cie di Roma dopo la rivolta del 18 febbraio. Quel che è certo è che oggi a Torino almeno un recluso è stato sicuramente liberato, ma solo perché fuori lo avrebbe aspettato un obbligo di firma per un altro procedimento penale.

E a proposito di “fare alla romana”, pubblichiamo un amaro stornelletto in rima baciata scritto in questi giorni da un recluso del Cie di Torino.

Una domanda senza risposta

Come si fa
a rimanere chiusi qua
dietro queste sbarre?
Non sei né in carcere
né in libertà.
Uno arriva
e si presenta
e l’altro è pronto
per salutarti
ché se ne va.
Vivi solo il passato
perché il presente
appartiene a lui.
Ma il futuro
è solo nella tua mente
è solo Dio che lo sa.
La tua vita è un film
e questa è una pausa
di pubblicità.
Come un cieco
fra giorno e notte
che differenza fa?
Ogni giorno
una candela d’amore
che si spegnerà
E una spina
in un campo di odio
si battezzerà.
Ma questo che sta succedendo qua
all’Italia del domani bene non fa.