La casa…
Dopo le tante cronache spicciole di questi mesi, pubblichiamo ora un breve testo di inquadramento più metodologico e di prospettiva intorno all’intervento che un bel numero di anarchici torinesi sta effettuando nella lotta contro gli sfratti in città. Chi avrà la pazienza di leggerlo tenga conto che non si tratta affatto di uno scritto definitivo, ma del contributo che alcuni dei compagni coinvolti hanno voluto dare qualche mese fa alla conoscenza di questa lotta fuori dai confini cittadini. E contemporaneamente ad una discussione che prosegue più o meno incessante da queste parti su quel che si fa insieme, sul come lo si fa e sul perché. Questo scritto, dunque, non è forzatamente condiviso in ogni suo nodo teorico da tutti gli anarchici impegnati in questo intervento: l’esatta natura delle strutture organizzative della resistenza, per esempio, e la loro temporaneità, sono tutte in discussione, così come è in discussione il tipo di rapporto che intercorre tra la resistenza agli sfratti e le occupazioni. Nodi teorici che come vedete sono molto pratici e che lo svolgersi stesso della lotta ci sta aiutando a comprendere meglio. Di più: il susseguirsi degli eventi è tanto veloce che alcuni dei suggerimenti importanti che ci ha fornito la lotta non sono presenti nelle righe che seguono semplicemente perché… sono emersi negli ultimissimi mesi o nelle ultime settimane.
(Realizzato in occasione di un convegno svoltosi a Zurigo nel novembre scorso, questo scritto da allora è circolato molto poco. Nonostante questo, o forse proprio per questo, è stato utilizzato da alcuni come prova provata del tradimento dei più basilari princìpi libertari da parte di chi l’ha scritto e degli altri compagni di qui, tradimento che starebbe contribuendo a far naufragare il movimento tutto in un abisso fatto di confusione interessata, assistenzialismo, cattocomunismo, cittadinismo, leaderismo, realismo – nel senso di compromissione con l’esistente e forse anche con Casa Savoia -, tatticismo politicante, verticalismo e… chi più ne ha più ne metta. Accuse che a noi paiono un po’ metafisiche, ma tant’è: il testo è qui sotto, e potete giudicare da soli.)
Scarica qui La casa è di chi l’abita. Riflessioni su una lotta a Torino.
Sullo stesso argomento, potete leggere o ascoltare anche:
Un obiettivo minimo desiderabile (tratto da Invece, n. 16)
Torino: pezzi di città – parte I –Torino: pezzi di città – parte II –
E anche in francese:
Lutte contre les sfratti à Turin – Assemblées, piquets, occupations – 2011-2012