Corsie preferenziali

Nella situazione concitata dell’altro giorno, nel breve racconto che vi abbiamo fatto delle cariche a Porta Palazzo abbiamo trascurato di segnalarvi un episodio che col senno di poi ci pare invece sugoso.

Durante il tragitto tra la Barriera e piazza della Repubblica, il corteo di protesta per l’arresto di Marianna si è imbattuto in una macchina di grossa cilindrata – di quelle presidenziali, coi vetri oscurati e tutto il resto – che viaggiava nella corsia preferenziale di corso Giulio Cesare. Ora, si sa che quando non si tratti di trasporti pubblici, ambulanze o gazzelle con lampeggiante e sirena, nelle corsie preferenziali ci viaggiano i pezzi grossi, quelli che si possono permettere di schivare il traffico in cui sono imprigionati ogni giorno i comuni mortali per andarsene veloci veloci a stipulare affari, fare alta politica o elaborare le strategie della repressione, del controllo o del recupero. Sta il fatto che alcuni dei partecipanti al corteo hanno pensato bene di accogliere a modo loro l’ignota autorità di passaggio nel macchinone (per altro targato CC) e che il macchinone si è dileguato di gran carriera.

Da giornali ed atti processuali apprendiamo ora che dentro all’autovettura viaggiava nientepopòdimeno che Pasquale Lavacca, Generale di Divisione dell’Arma dei Carabinieri nonché Comandante della Legione “Piemonte e Valle d’Aosta”. Il suddetto Generale ha poi fatto scrivere ai giornali di esser sfuggito addirittura ad una aggressione diretta al proprio veicolo, e di esserci riuscito grazie al proprio sangue freddo e a quello del proprio autista. Sui modi esatti dell’accoglienza alla macchina del Generale non sappiamo cosa dirvi: lui parla di calci e sputi. Sappiamo invece cosa dirvi di quella spessa linea gialla sul selciato, che divide il traffico ma che spesso fornisce anche qualche spunto sulla divisione di classe. Con tutte le conseguenze del caso.