Contro arresti, sgomberi e…

Dopo un’oretta di presidio, raggiunte le centocinquanta persone abbondanti tra sgomberati di martedì, compagni, solidali della zona, occupanti di case e un po’ di famiglie sotto sfratto, la manifestazione indetta nei giardinetti di via Montanaro si trasforma in corteo. L’idea è quella di percorrere il quartiere per raccontare degli sgomberi dell’altro giorno e di Marianna in carcere, ma anche della nuova occupazione e della resistenza contro gli sfratti che non si è certo arrestata.

    Marianna libera

La polizia è presente in forze, ma si mantiene fuori dalla visuale. Le camionette inizialmente sono schierate in corso Giulio Cesare in direzione di piazza Derna – dove nello stesso momento si tiene il corteo di Forza Nuova – e in una piazza vicina. Poi sono costrette ad improvvisare, sfrecciando a distanza in testa al corteo o sui lati, cercando di prevederne le mosse e di precederlo.

Da parte loro, i manifestanti scelgono di percorrere a ritroso via Montanaro, di costeggiare il mercato di piazza Foroni fino a piazza Bottesini. Un clima tranquillo e soprattutto tanta voglia di parlare, con ragazzini che corrono avanti e indietro, qualche bambino che attacchina, tante scritte e, ad ogni angolo, un intervento al microfono. Arrivati in piazza Bottesini cinque camionette sfilano in tutta fretta davanti alla testa del corteo; vanno a tappare l’imbuto tra via Clementi e Via Aosta, giusto prima della palazzina sgomberata martedì. Dall’altro lato ne arrivano altre, ci sono pure i carabinieri: una decina di camionette in tutto intorno alla casa oramai vuota.

camionette 11 maggio

Il corteo avanza ancora cinquanta metri e i poliziotti si schierano. Gente di zona, che li ha veduti da vicino, ce li ha descritti nervosissimi, pronti a caricare se il corteo fosse avanzato ancora un po’. Ma a nessuno interessa occupare oggi, e si gira in una via laterale. Si va a prendere via Leoncavallo e poi via Como, dove alcuni agenti della Digos, attardatisi troppo per capire dove avrebbe svoltato il corteo, sono costretti a darsela a gambe levate. Dopo di loro sgomma anche una volante che stazionava lì per caso, talmente di fretta da abbandonare uno degli agenti di pattuglia dentro ad un portone – dove viene sommerso di contumelie. Poi si prosegue per largo Brescia verso corso Verona dove, all’altezza dell’Ufficio immigrazione, la polizia mostra di nuovo i muscoli. Via Foggia è blindata, proprio come nel giorno dello sgombero. Il corteo fa il giro per corso Regio Parco e si scioglie di fronte all’occupazione di via Mantova, l’ultima arrivata in questa zona della città.

rinvii