Cie di Torino: il direttore chiede scusa

Serata movimentata al Cie di corso Brunelleschi: tutto nasce nell’area blu, quando un poliziotto apostrofa con fare beffardo un ragazzo che sta pregando. Il gesto causa in improvviso moto d’ira in tutta la sezione:  i reclusi gridano, poliziotti, militari e crocerossini vengono insultati pesantemente, e qualcuno comincia ad appiccare il fuoco ai materassi e alle lenzuola. In un attimo la rivolta si estende anche all’area gialla e all’area bianca, dove i ragazzi cominciano ad urlare e a bruciare quello che capita loro sottomano. Il direttore del centro arriva addirittura a chiedere scusa ai reclusi per la mancanza di rispetto che hanno dimostrato i poliziotti, ma questo non basta a far calmare le acque. Sarà che nella mattinata la polizia aveva effettuato pesanti perquisizioni in tutte le aree, presentandosi con scudi e manganelli alla ricerca di non si sa cosa, sarà che i due ragazzi sul tetto dell’area rossa continuano tenaci la loro protesta e il loro sciopero, ma non bastano certo due parole per far dimenticare le quotidiane umiliazioni o a far sbollire la rabbia. Per una buona mezz’ora dentro il centro si continuano a bruciare materassi e lenzuola, mentre fuori dalle mura una trentina di solidali si uniscono al casino con petardoni, slogan e battiture.

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Dopo circa un’ora la situazione sembra tornata alla normalità, quando alcuni poliziotti fanno irruzione nell’area gialla con fare minaccioso e si mettono a malmenare alcuni uomini colpevoli di aver fatto troppo casino. Ma la risposta dei reclusi non si fa attendere e i ragazzi dell’area bianca cominciano a lanciare pietre e bottiglie di acqua contro i celerini nell’area adiacente, facendoli indietreggiare.

In effetti in molti da dentro riferiscono che i ragazzi dell’area bianca siano i più vivaci ed incazzati. Forse perché sono in tanti, forse perché la sezione nella quale risiedono è nuova e con tutto il mobilio ancora intatto, forse perché parlano poco italiano e sono il bersaglio privilegiato delle angherie poliziesche, ma hanno dimostrato un coraggio e una tenacia che i poliziotti farebbero bene a non sottovalutare.

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