Bottiglie e poliziotti

13 luglio. Piazza della Repubblica, cinque del pomeriggio. C’è un litigio acceso, in un angolo, tra due ragazzini maghrebini. Dopo poco arriva una volante e gli agenti pensano bene di sedare gli animi, a modo loro: si gettano contro uno dei ragazzi, che avrà quattordici anni, e tentano di immobilizzarlo. Ma lui si divincola e allora loro cominciano a prenderlo a cazzotti sulla testa fino a farlo cadere e ad ammanettarlo steso a terra. Chi fino a quel momento aveva assistito al litigio di strada – indifferente o infastidito, parteggiando per l’uno o per l’altro – si coalizza all’istante di fronte all’arroganza degli agenti: in cinquanta si mettono ad urlare contro i poliziotti e partono subito bottigliate e spazzatura, tanto che gli agenti sono costretti ad indietreggiare e a ripararsi con la loro preda dietro ad un camion parcheggiato. La situazione si sblocca solo quando arrivano i rinforzi – una quindicina di volanti a detta di chi era lì – e la volante riesce a scappare, non senza rischiare di investire una donna che stava attraversando la strada. Dopo un attimo la strada è di nuovo sgombra: rimangono solo un vetro rotto e un po’ di gruppetti di persone, intente a parlar male della polizia.

Ascolta il racconto di un testimone oculare, trasmesso il giorno successivo su Radio Blackout:

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