Dall’aula bunker al cantiere

L’udienza del cosiddetto processone NoTav, in programma per il 28 febbraio, è iniziata e si è conclusa in maniera un po’ diversa dal solito. C’è un gran numero di solidali ad affollare la parte dell’aula bunker riservata al pubblico, quando un compagno dal banco degli imputati prende la parola e annuncia che in due hanno deciso di revocare definitivamente il mandato ai propri avvocati. Non certo per sfiducia nei confronti dei propri difensori ma perché ritengono del tutto inutile continuare a difendersi in un processo in cui è sempre più difficile notare la differenza tra i giudici e i Pm. Terminata questa dichiarazione ne inizia subito un’altra, nella quale, per gli stessi motivi, tutti e 53 gli imputati annunciano che stanno per abbandonare l’aula per recarsi al cantiere di Chiomonte. Con cori, slogan e insulti contro i Pm si esce quindi dall’aula bunker e si sale sulle auto e sui pullman. Direzione Valsusa.

Alle 12 e 30, dietro uno striscione in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, un lungo serpentone molto rumoroso si incammina lungo la mulattiera di Giaglione e si ferma solo davanti a un folto gruppo di celerini che, a ridosso dell’area del cantiere, sbarra la strada. Faccia a faccia con i celerini continuano gli slogan e i cori anche quando, uno sputo su un casco blu fa vibrare qualche manganellata. Dopo un paio d’ore si ritorna quindi indietro per la mulattiera dell’andata continuando senza sosta a intonare canti contro il cantiere e le forze dell’ordine.

Ascolta un resoconto della giornata dai microfoni di Radio Blackout, oppure scarica il file mp3.

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