È pur sempre un terzo martedì

la-polizia-li-difende_web.jpg

Alle 8 di mattina due furgoni della polizia si fermano davanti al portone di via Don Bosco 41 e i celerini salgono su per le scale fino alle mansarde: c’è da eseguire uno sfratto, e visto che oggi è pur sempre il terzo martedì di marzo – avran pensato al commissariato di via Pinelli – tanto vale farlo in pompa magna. Difficile dire se avessero fiutato odore di resistenza, o se casualmente alcuni sfratti vengano eseguiti «anche con l’ausilio della forza pubblica», come promettono sempre – a voce e per iscritto – gli ufficiali giudiziari. Quel che è certo è che l’inquilino aveva già avuto un primo rinvio qualche settimana fa, ma senza bisogno che apparisse alcun picchetto ad aiutarlo. E i vicini raccontano che ieri sera una pattuglia di poliziotti era passata a controllare, ma senza trovare nessuno in casa. Fatto sta che alle 9 di mattina, quando alcuni solidali accorrono in via Don Bosco, lo sfratto era appena stato eseguito.

Ascolta una diretta con un compagno dell’assemblea contro gli sfratti di Barriera di Milano, al telefono con Radio Blackout 105.250:

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2014/03/andrea_sgombero_viadonbosco.mp3]

Dopo una veloce assemblea improvvisata nel cortile del condominio, un gruppo di solidali e sfrattandi decide di andare a protestare alla più vicina sede del partito che governa la città. E quindi si recano nella sede del Partito Democratico di via Biella, dove con slogan, interventi al megafono e volantini attacchinati dentro e fuori dicono ai funzionari (i quali, imperterriti, continuavano a fare il loro misterioso lavoro) che il PD è il partito dei padroni e di recapitare al sindaco un semplice messaggio: «per ogni sfratto, ce la prenderemo con voi».

Ascolta un racconto dell’occupazione della sede del PD, da un’intervista radiofonica di Radio Blackout 105.250:

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2014/03/andrea_occupazione-pd.mp3]

Usciti dalla sede del Pd, sfrattandi e solidali si dirigono quindi verso la casa di una famiglia cui lo sfratto è stato sospeso ormai da mesi. Viene appeso uno striscione al balcone e, dopo una veloce colazione in strada, si parte per una breve passeggiata attorno alla casa e con interventi al megafono e chiacchiere a voce si spiega ai vicini la situazione, sottolineando come in questo caso il padrone di casa sia Giorgio Molino, uno dei più noti e odiati palazzinari di Torino: una ragione in più per resistere, insieme.