Quel che il giudice fa…

…la Questura disfa? Almeno così sembrerebbe osservando quello che accade nel Cie di Torino. I cinque ragazzi che erano stati portati prima alle Vallette e quindi messi agli arresti domiciliari dentro il Centro di corso Brunelleschi, da ieri non sono infatti più sottoposti a questa misura cautelare. A quanto pare è stato il Pm, proprio su pressione della Questura torinese, a chiedere al giudice di revocare il provvedimento perché la struttura non sarebbe idonea. Escludendo qualsiasi pia intenzione della Polizia torinese, è probabile che avere dei reclusi agli arresti domiciliari, da sottoporre quindi a un regime diverso dagli altri,  creasse ulteriori noie e fatiche ai poliziotti che lavorano nel Cie e che hanno dunque fatto valere le proprie ragioni. Anche perché, almeno per quanto riguarda le condizioni materiali, il cambiamento è per ora solo formale. I cinque ragazzi si trovano infatti, come prima, nella sezione d’isolamento. Le forze dell’ordine non hanno invece guardato tanto alla forma ma alla sostanza delle cose quando, nel pomeriggio di oggi, hanno riempito di botte uno dei cinque reclusi in isolamento che protestava perché non gli era permesso ricaricare il telefono cellulare. Poi, ammanettato, lo hanno portato in infermeria.

Saputo della “scarcerazione” dei 5, nella serata di ieri, una quindicina di solidali erano andati fuori dal Centro per salutare con urla e petardoni tutti i reclusi.