Sassaiole e tentate fughe

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Negli ultimi giorni arrivano nuove calde dai centri detentivi del basso stivale. Ieri a Pian del Lago, il Cie di Caltanissetta, una trentina di reclusi ha organizzato una protesta per evitare il rimpatrio in Tunisia. Alcuni ragazzi sono saliti sul tetto di uno dei padiglioni, scagliando tegole, sassi e altri oggetti contro i militari addetti alla sorveglianza quotidiana della struttura e contro i celerini entrati nel Centro per sedare la situazione; un altro, invece, per rallentare le procedure di espulsione pare abbia agito per autolesionismo e sia dunque stato condotto in ospedale. Nella concitazione l’Ufficio Immigrazione della Questura locale, da che si sa, ha provato anche ad avviare un tentativo di mediazione con i reclusi sul tetto ma poi senza troppe parole, calmato il momento di protesta, li ha chiusi in un autobus e condotti in aeroporto per il rimpatrio.

A Bari, invece, qualche giorno fa un recluso ha tentato la fuga scavalcando il muro di cinta. Purtroppo non ce l’ha fatta ed è caduto da dieci metri d’altezza, incidente che gli ha causato la rottura delle gambe e di un braccio.

Da qualche tempo sembra essere molto tesa l’aria nel Cie barese; arrivano infatti voci di risse e pestaggi tra i reclusi confermate anche dalla stampa locale. L’ultimo, di qualche giorno fa, pare abbia portato un ragazzo all’ospedale in condizioni gravi. Da allora le aree sono state chiuse, nessuno può uscire dal proprio stanzone e le finestre della struttura sono state rinforzate. Per protestare contro questo inasprimento della condizione detentiva ieri sera due aree hanno rifiutato il cibo.

In attesa di aggiornamenti qui sotto vi proponiamo un piccolo contributo scritto da alcuni compagni di Bari:

Domenica 18 ottobre un gruppo di solidali si è recato sotto al Cie di Bari Palese per un saluto ai reclusi e per far sentire ancora una volta la loro vicinanza e la loro solidarietà, nonostante le mura che ancora li dividono. I prigionieri hanno risposto rumorosamente ai solidali e hanno ribadito le degradanti condizioni della detenzione, inasprita, dopo il saluto di domenica, dal divieto ad uscire nel cortile il giorno successivo. La risposta repressiva non è altro che una spinta, per tutti i solidali e per tutti coloro che portano avanti la loro battaglia contro i lager di Stato, a continuare nella lotta e a far sentire sempre più forte la solidarietà e la vicinanza ai reclusi. Subito dopo la fine del saluto, alcuni ragazzi hanno iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la loro condizione. Lo sciopero dura tutt’ora.
Inoltre è giunta la notizia di un tentativo di fuga di un prigioniero, purtroppo non andato in porto. Il ragazzo scavalcando le mura del Cie è caduto fratturandosi una gamba e un braccio; condotto all’ospedale di Bari è stato poi riportato in tutta fretta al Cie e messo nella stanza dell’isolamento. Speriamo di ricevere presto notizie sul suo stato di salute.

Nociebari

Aggiornamento del 23 ottobre. Riceviamo ancora qualche notizia dal capoluogo pugliese: il ragazzo che era finito in ospedale qualche giorno fa dopo il pestaggio, nonostante sia ancora in pessime condizioni fisiche, è stato ricondotto al Cie. Per questo, oltre che per le angherie quotidiane legate alla detenzione, gli altri ragazzi del modulo 5 hanno organizzato un piccolo sciopero solidale rifiutando colazione e pranzo.