I reclusi e i solerti

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L’ultima volta vi avevamo raccontato di un saluto rumoroso al Cie di Brindisi Restinco finito con il fermo di alcuni solidali fuori e una protesta dentro con lancio di spazzatura nei corridoi, battiture e l’inizio di uno sciopero della fame. Gli aggiornamenti ci dicono che molti di coloro che avevano smesso di mangiare hanno ripreso, mentre qualcuno ha deciso di proseguire nella protesta. Vista l’aria frizzantina, l’altro ieri mattina la polizia è entrata nelle aree per compiere delle perquisizioni che, a quanto sembra, non hanno portato al sequestro di alcunché di rilevante.

Del Cie di Brindisi, appena riaperto e di cui sa ancora poco, ce ne parla un recluso: controlli degradanti, buchi da cui passano i piatti del cibo, proteste e altro ancora in quest’intervista che vi proponiamo qui sotto:

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Di Torino invece vi avevamo raccontato di una contestazione fatta a Monica Cerutti che interveniva alla presentazione del “Dossier statistico immigrazione 2015″. Bene, l’instancabile assessora insieme al garante dei detenuti del Piemonte Bruno Mellano, è entrata ieri nel Cie di corso Brunelleschi.

Mellano ha poi rilasciato un intervista a Radio Radicale in cui, amareggiato, constatava come alla sua legittima figura di garante venga reso difficile il compito, appunto, di garantire. Lamenta procedure di richiesta per le visite con tempi troppo lunghi che rendono di fatto inutile il suo intervento e si dice pronto a mollare se le cose non dovessero cambiare. Capita poi a volte che vengano lasciati alla porta come successo giovedì scorso, quando Prefettura e Questura li hanno invitati a rinunciare all’ispezione nelle aree del Cie perché “era in corso una protesta di alcuni ospiti che erano saliti sul tetto delle casette” e in più “c’era un’intera area chiusa per scabbia”. E mentre Mellano si stupisce che il suo lavoro – a nostro dire, più che inutile solertemente funzionalista – venga ostacolato da chi non ha molti interessi nel far vedere a occhi esterni quel che succede dentro al Cie, qualcosa questa visita sembra confermarcelo; ci sono effettivamente dei ragazzi in sciopero della fame, uno anche in sciopero della sete e l’area viola è isolata per scabbia. Non solo, i ragazzi che stanno in quarantena, ci raccontano da dentro,  rifiutano le cure per evitare che altri possano venir assegnati all’area viola una volta debellata l’infezione. E l’anima bella Mellano si prodiga a disincentivare questi atteggiamenti che, dice, in fondo in fondo, non son altro che di autolesionismo. Ed ecco subito visibile il divario di discorso e posizioni. A noi par più che verosimile che un qualsiasi garante dei detenuti, ingenuo o affabulatore che sia, non possa dalla sua alta funzione, mettersi nei panni di chi non ha la legge dalla sua ed è per questo richiuso e privato di tutto. Va da sé che anche gli strumenti di lotta a disposizione dei reclusi siano dunque limitati e a volte si utilizzi il proprio corpo per protestare e ribellarsi. Se ne faccia quindi una ragione il signor Mellano: queste che incontra nel suo distaccato girovagare dentro alle aree del Cie sono anch’esse occasioni di protesta e solidarietà che i reclusi praticano.