Per il pane e per il lavoro

 A cinque anni dalla rivoluzione dei gelsomini torna a infiammarsi la Tunisia. La scintilla della rivolta di gennaio che ha interessato la città di Kasserine ma che presto si è estesa ad altre città, è stata come nel 2011 la morte di un giovane rimasto folgorato da un traliccio sul quale si era arrampicato per protesta. Ma ciò che cova sotto sembra essere ancora una volta la povertà, la disoccupazione dilagante tra i giovani, la mancanza di prospettive e futuro in un paese dove la corruzione imperversa e dove la primavera del 2011 ha solo cambiato i protagonisti in campo lasciando sostanzialmente inalterati i meccanismi di sfruttamento che li muovono. Se prima si invocava democrazia e libertà, ora quello che rimane è sconforto e rabbia sopratutto tra i giovani e i giovanissimi. Sullo sfondo l’ombra del Califfato che rischia di diventare un appiglio tra tanta disillusione.Ascolta il contributo tratto dalla trasmissione Cattivi Pensieri in onda su Radio BlackOut:

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