Per i prossimi giorni

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In queste poche ore dalla notizia dell’annullamento dei divieti di dimora ai 12 banditi da Torino, ci è capitato di sentirci chiedere da più parti se le iniziative della mobilitazione contro i divieti di dimora ed in particolare il corteo del 18 giugno ci sarebbero stati comunque. Abbiamo subito scritto a caldo che tutte le iniziative in programma si sarebbero svolte normalmente, ma forse vale la pena ripeterlo e spiegarne in maniera un po’ più approfondita i motivi.

Se non c’è molto da dire da questo punto di vista sul picchetto contro uno sfratto in programma tra poche ore, o sul presidio davanti al carcere delle Vallette in programma domenica – giacchè, purtroppo, con il venir meno di queste misure cautelari non sono spariti anche gli sfratti in città e tantomeno quella discarica di esseri umani che è il carcere – è importante spiegare perchè la decisione del Tribunale del Riesame non incide granchè sulle ragioni della manifestazione che partirà da piazza Castello. Le misure cautelari appena revocate ai 12 compagni sono solo le ultime di una serie ormai lunga di iniziative del Tribunale torinese che negli ultimi anni hanno portato via dalle strade torinesi – come dai sentieri della Valsusa – decine e decine di uomini e donne impegnati nelle lotte. E molti altri nei prossimi tempi rischiano di fare la stessa fine. Se serve sempre meno per essere messi al bando, sempre più facile sarà incappare in misure come queste e trovarsi quindi costretti ad abbandonare in quattro e quattr’otto le lotte e la propria vita quotidiana. Una resistenza a uno sfratto, una protesta sul posto di lavoro, la contestazione di una particolare ditta o istituzione o ancora il provare a mettersi in mezzo e impedire un’ingiustizia che ci capita sotto gli occhi. Questi alcuni dei fatti che hanno fatto e faranno bandire da Torino coloro che in qualche modo proveranno a dare concretezza al loro dire No.

La scelta di questi dodici compagni e la mobilitazione che ha tentato di sostenerla è solo un granello, importante, ma ancora molto piccolo gettato tra gli ingranaggi della strategia del tribunale torinese. In questo caso più che mai ne va della libertà di tanti.

Questa breve avventura di dieci giorni che si concluderà con il corteo di sabato 18 giugno e con il presidio alle Vallette di domenica è solo l’inizio di un percorso ancora tutto da immaginare e soprattutto realizzare.