A volte si reagisce
10 settembre. Due agenti del Commissariato di Barriera di Milano sono intervenuti in corso Palermo per eseguire una procedura di sfratto. All’interno dell’alloggio i poliziotti avrebbero riconosciuto due ragazzi, di cui uno gabonese, già noti per precedenti di spaccio, decidendo così di perquisire l’alloggio. Durante l’operazione il ragazzo africano ha tentato la fuga per evitare un possibile arresto dirigendosi verso i giardini di via Alimonda dove è stato raggiunto e fermato. È proprio in questo frangente che la storia però si discosta dalla normale narrazione a cui siamo abituati, fatta di solitudine e di quartieri che plaudono alle forze di polizia: infatti un uomo italiano ha iniziato a inveire dal balcone contro i poliziotti, dandogli dei “fascisti”, ed è sceso nel tentativo di opporsi al fermo. Altre persone presenti nei giardini si sono aggiunte provando ad allontanare la polizia senza però esito positivo, dato l’arrivo di un’altra volante. Putroppo è sempre una smorfia a sigillare il finale, per ora, di questa storia, con il ragazzo gabonese arrestato e l’italiano accorso processato per direttissima e sottoposto all’obbligo di firma. Fatto sta che Aurora sembra essere lontana, a dispetto di tanti controlli eccezionali e ordinari, dalla pacificazione.