Occupazione militare

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Un’occupazione militare.

Come altro chiamare il dispositivo predisposto dalle autorità cittadine per lo sgombero dell’Asilo occupato. Da ormai più di una settimana alcune strade di Aurora sono chiuse da blindati della celere muniti di grate, quelle dei G8 per intenderci, idrante, e da cordoni di celerini che notte e giorno controllano l’identità di chi deve passare. Chi ha la sfortuna di abitare da quelle parti deve quindi passare attraverso i varchi lasciati aperti dalla polizia e consegnare la propria carta d’identità e lo deve fare ogni volta che entra ed esce di casa: per andare a lavorare, portare i figli a scuola, fare la spesa, portare il cane a fare i suoi bisogni e per tutte quelle attività che caratterizzano la vita quotidiana di ognuno di noi. Non c’è quindi molto da meravigliarsi che in diversi abbiano deciso, nell’ultima settimana, di andare a dormire altrove e farsi ospitare da amici o familiari, per evitare lo stress e il fastidio che sottoporsi a questo stillicidio di controlli deve provocare. Se poi non si ha la fortuna di essere residenti in zona ma solo domiciliati, o se si vuole raggiungere il proprio fidanzato o qualche amico che vive nelle strade sotto assedio, le procedure della polizia si fanno ancora più invasive e si è scortati dai celerini fin davanti al portone del palazzo in cui si deve entrare. Per chi infine desta qualche sospetto per il suo abbigliamento o aspetto fisico si aggiunge il rischio di controlli più accurati delle generalità e perquisizione di eventuali zaini e borsette.

A tutto questo si aggiungono i rumori continui, 24 ore su 24, prodotti dal cantiere approntato dentro l’Asilo per rendere l’edificio inaccessibile. E i negozi all’interno della zona rossa vuoti per giorni.

Un’immagine nitida di quella normalità che la sindaca sottoscorta, Chiara Appendino, aveva trionfalmente dichiarato di aver ristabilito in quartiere con lo sgombero di via Alessandria 12. E del resto esempi simili di gestione delle emergenze abbondano ormai negli ultimi anni, dal modello de L’Aquila per terremoti e altre “catastrofi naturali”, che naturali non sono, alla gestione anche solo di feste ed eventi che da piazza San Carlo in poi si sta sempre più affermando.

Un modello militare che ci spiega molto meglio di tante analisi sociologiche quale idea di futuro chi governa ha in testa per tutti noi.

Ed è contro questa normalità che tanti si sono battuti e mobilitati in questi giorni, in cui lo sgombero dell’Asilo e l’arresto dei compagni sono stati episodi che hanno scoperchiato una pentola in ebollizione ormai da tempo.

Domani, sabato 16 febbraio, faremo un presidio itinerante in quartiere per dar voce ai tanti abitanti di Aurora che non ne possono più di quest’occupazione militare. L’iniziativa sarà seguita in diretta da Radio Black Out, per chi non potesse quindi unirsi al presidio l’invito è  quello di sintonizzarsi dalle 16 sui 105.250 e sparare a tutto volume dalla propria finestra la diretta dal presidio. Per tutti quelli che vogliono farsi un giro per il quartiere l’appuntamento è alle serrande occupate di corso Giulio Cesare 45 alle 16.

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Aggiornamento sull’arresto del tram: l’altro ieri Claudia è stata arrestata dopo la carica che la celere ha inscenato dentro al tram 4. Ora si trova agli arresti domiciliari e domani avrà l’udienza di convalida che deciderà della sua libertà.

CLAUDIA LIBERA! NICCO, ANTONIO, BEPPE, SILVIA, GIADA E LARRY LIBERI!