Corteo cabaret selvaggio

21 febbraio. Non si fermano le iniziative in Aurora contro lo sgombero dell’Asilo e l’assedio blu delle forze dell’ordine: nel tardo pomeriggio un corteo selvaggio di duecento persone con in testa un gruppo di maschere senza palcoscenico ha attraversato le vie del borgo intramezzando slogan inneggianti alla libertà a spettacolini caustici contro polizia e politici. Per tutta risposta il dispositivo securitario ha tenuto chiusi per ore i principali corsi del quartiere.

Ecco il testo del volantino distribuito dai teatranti per le strade:

In questi giorni l’assurdo è diventato ordinario, il delirio securitario ci si palesa davanti come un incubo ad occhi aperti: i lampeggianti blu, le cariche sui bus e il check-point per tornare a casa.

Questa è la loro normalità: violenza e repressione. Sono normali i corpi dei migranti assiderati in montagna così come quelli brucati nelle baraccopoli del Sud. Sono normali gli sfratti a sorpresa, sono normali le retate ai parchetti, è normale la caccia all’abusivo. Questa è la vostra normalità… e allora siamo orgogliosi di essere sovversivi! Gridiamo ad alta voce che vogliamo rovesciare questo ordine di cose, la vostra normalità. Ci dichiariamo colpevoli, complici e solidali con chi lotta contro questo mondo assurdo, al fianco di chi non china la testa davanti alla violenza e ai soprusi. Abbiamo dichiarato guerra alla vostra normalità che sa tanto di fascismo e puntiamo alla sovversione dell’esistente a partire dall’immaginario. L’arte è rivolta.

Sovvertiamo  il vostro mondo culturale fatto di tessere associative, biglietti costosissimi e noia. Una cultura privata di qualsivoglia spirito critico per farsi accettare, per poter ambire a chissà quale fondo statal-europeo, sempre a caccia di sponsor e procacciatori. File e file di ‘artisti’ addestrati in scuole costosissime pronti a promuovere gli eventi della città, per renderla culturalmente graffiante, per attirare ricchi e turisti ingolositi da certi fronzoli artistici che nascondono la grigia conformità di città tutte uguali tra loro. L’arte come merce in città sempre più simili a centri commerciali.

Sempre che non sia la città stessa il prodotto da vendere!

Li abbiamo visti questi sedicenti artistoidi promuovere il quartiere Aurora come se fosse  una merce in saldo, mostrandone le grazie e cercando di nasconderne le impudicizie. Li abbiamo visti percorrerla, narrarla, fotografarla dietro un ben poco artistico cordone di polizia.

I vostri gusti si sposano solo col blu delle guardie.

L’arte come plusvalore, come ricchezza aggiunta. E se aumenta il valore di un quartiere ne aumentano anche i prezzi e tutto diventa a misura di ricco. E chi ci abitava prima? Un buon pennivendolo saprà trasformalo in criminale, e così chi prima viveva le strade di Aurora oggi è marchiato come spacciatore, abusivo, insurrezionalista, portatore di degrado. Sono questi scribacchini infami che producono la paura, che chiedono a gran voce sgomberi, polizia e pulizia. Ma ora che la polizia ce l’avete e vi controlla i documenti ad ogni passo ecco che scoprite cos’è la paura, la segregazione. Ecco che la tanto ambita sicurezza s’è mostrata col suo vero volto: è fascismo.

Dietro a questo assedio ci sono i volti sorridenti di affaristi e avanguardie culturali, ma soprattutto del gruppo legato alla Scuola Holden che già in passato s’era proposto di investire sugli spazi dell’Asilo occupato. Per la sindaca restituire un immobile alla cittadinanza significa militarizzare un quartiere e regalare gli spazi a un’élite finanziaria che cela i suoi introiti sventolando le sempreverdi bandiere dell’istruzione e della cultura.

La cultura è da sempre la voce e l’immagine dello Stato, è la sua violenza fatta a spettacolo, e non è un caso che i fascisti si nascondano sempre dietro alla difesa dell’identità culturale nazionale. Ma la vostra cultura non ha niente a che fare con la cultura popolare fatta dall’incontro e dall’esperienza delle persone; non ha nulla a che vedere col desiderio di un radicale cambiamento; non conosce la beffa, il gioco e la spontaneità; ma più di tutto si dimentica cos’è la creazione, ovvero l’altra faccia della distruzione. 

Dentro all’Asilo abbiamo distrutto le vostre logiche di dominio, di mercificazione, di rincoglionimento virtuale, di egoismo e violenza verso il più debole. Stiamo costruendo un nuovo orizzonte e lo dimostrano l’amore e la rabbia che hanno rivoltato le strade di Torino e tutte le azioni e testimonianze di solidarietà pervenute da tutto il mondo. Perché dentro all’Asilo si costruiscono azioni e relazioni mosse da un innato desiderio di libertà, solo questo. 

Per la cultura della sovversione

Tutti liberi! Tutte Libere! Asilo libero! Aurora libera!