Niente siete e niente tornerete

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Alla fine, le proteste contro lo sgombero dell’Asilo hanno spinto il Movimento 5 Stelle a uscire allo scoperto in tutta la sua spensierata nullità, quantitativa e qualitativa. Il presidio in solidarietà alla sindaca Chiara Appendino (sotto attacco da un mese per le sue prese di posizione in favore dello sgombero e i complimenti alle forze dell’ordine) definito dai più gentili un flop totale, sembrava più che altro il funerale del suo gatto schiacciato per sbaglio dagli agenti della scorta. 

Tra le lacrime della prima cittadina solidale con se stessa, lo sguardo vacuo di un anonimo alcolista con la kefiah di Franco Vilardo e gli abbracci di pochi altri intimi e ultimi ruffiani raccolti davanti al Comune, ha officiato l’omelia un sempre più inquietante Alberto Airola (per gli amici Bibo e per tutti gli altri il redivivo, l’immortale, il Lazzaro di Aurora e Barriera) uscito dal suo sepolcro e sceso tra i comuni mortali per dispensare lezioncine agli occupanti estremisti e radicali, a cui arriva a revocare pure la patente di anarchismo. Che se ne ritorni pure al suo alto scranno in Senato, tra un no al Tav e un tavor. E chi lo conosce gli stia vicino, per piacere.

La cerimonia si è svolta sotto lo sguardo sapiente del social media manager comunale Xavier Bellanca, aspirante Pasquaretta e ghost writer da cima a fondo di questo disastro. Il fine filosofo da apericena che ultimamente ama distinguere tra Personale e Politico: infatti sul suo profilo personale pontifica con la saccenza di un radical chic di fronte a una merda sul marciapiede, mentre sul suo profilo politico – cioè la pagina di Chiara Appendino Sindaca – pubblica come un software di scrittura automatica programmato per non dire nulla, fuorché banalità. E l’errore di chi ha promosso questa adunata da sabato grillista è legato proprio questo equivoco.

Prima si crede alla polemica scoppiata sui tanto odiati “giornaloni” per una carnevalata, e si accusano gli anarchici di attaccare sul piano personale un’autorità politica (e già su questo ci sarebbe tanto da dire, ma sorvoliamo per mancanza di spazio). Ma poi, visto che le lezioncine valgono sempre e solo per gli altri, si tenta di cavalcare l’onda e portare in piazza di fronte al Comune – il piano politico per eccellenza – gli attestati di solidarietà personale. Peraltro tutti di circostanza e spesso virtuali come un “mi piace”. Tenetelo a mente quando organizzerete la messa di trigesima: scegliete un luogo più intimo e appartato e non ditelo troppo in giro, non si sa mai.