Non abbiamo amici in Comune

19 novembre. Le volanti della Digos presidiano gli ingressi della Cavallerizza già dalla tarda serata di lunedì, chiedono i documenti a qualche occasionale avventore e gli ricordano che l’indomani è previsto lo sgombero dello stabile. Unico barlume di resistenza Casa Riderz, dove un pugnetto di temerari aspetta l’arrivo massiccio delle forze dell’ordine dietro alcuni cancelli barricati per l’occasione. Le camionette chiudono gli ingressi già dalle tre del mattino e aspetteranno alcune ore prima di entrare all’opera. I riders vengono identificati e gli viene concesso di portare via tutte le loro cose, in casa come in ciclofficina. Per il pomeriggio è fissato un appuntamento alle 17:00, si presentano una cinquantina di solidali e sotto una pioggia sottile un nuovo coro rimbalza tra il colonnato di via Po: “La casa è dei rider e non si tocca, ogni politicante deve chiuder la bocca!!”. Il giro prosegue per le vie del centro quando qualcuno riconosce il signor Bellanca, portavoce della sindaca Appendino probabilmente appena uscito da lavoro … ops, scusate, Social Media & Digital Manager, come ci tiene lui stesso a precisare. Piovono insulti, questi ben più forti dell’umidiccio oramai attaccato alle giacche, ed ogni sua raffazzonata risposta non fa che aumentare la rabbia dei presenti. Infine tra gli ultimi cori si appende uno striscione davanti al Comune che ricorda le responsabilità della giunta nello sgombero di Casa Riderz e ci si scioglie in Piazza Castello.