Arresti al Cie di Torino
Dopo una settimana di incendi, durante la quale la polizia si è limitata a minacciare i reclusi e a liberare la gente che non sapeva più dove rinchiudere, è iniziato il contrattacco repressivo nel Cie di corso Brunelleschi: in mattinata gli agenti hanno arrestato sei ragazzi nigeriani e un tunisino prelevato dall’isolamento sabato sera, accusandoli presumibilmente dei danneggiamenti degli ultimi due giorni.
Si stima che al momento i reclusi rimasti al Cie di corso Brunelleschi siano meno di una quarantina, le donne nell’area verde, e gli uomini in quel che resta in piedi: una stanza dell’area blu, la mensa dell’area viola, e qualche cella di isolamento. I reclusi raccontano infine di aver visto un idraulico e un elettricista di qualche ditta esterna lavorare alla ristrutturazione dell’area gialla.
In attesa di avere notizie sulla situazione carceraria degli arrestati, vi diamo già un appuntamento in solidarietà con chi lotta nei Centri: domenica 23 marzo, alle ore 18, presidio sotto alle mura del Cie di corso Brunelleschi.
Aggiornamenti 19 marzo. Continuano le ritorsioni della Questura contro i ribelli del Cie. Questa mattina una ventina di prigionieri nigeriani sono stati prelevati e portati all’aeroporto. Non sappiamo se siano stati portati a Roma e parcheggiati a Ponte Galeria – come accade quando bisogna riempire un charter di Frontex con i senza-documenti nigeriani rastrellati in tutta Europa – o se invece i questurini siano riusciti ad organizzare una deportazione di massa tutta per loro, scaricandoli direttamente a Lagos. Non sappiamo neanche se tra di loro ci siano i sei arrestati nigeriani di lunedì, come sembrerebbe emergere dai lanci di agenzia.