Rivolta al Cie di Vincennes a Parigi
Rivolta dentro al Cie di Vincennes, alla periferia di Parigi, nella notte tra giovedì e venerdì 14 febbraio. I reclusi, barricati nelle stanze, mettono fuori uso le telecamere di sorveglianza e lanciano estintori, porte e mobili contro la polizia, che era arrivata in assetto antisommossa alle 4 di notte per espellere uno dei prigionieri. All’indomani della rivolta, cinque prigionieri risultano feriti dalle manganellate della polizia e l’espulsione viene eseguita. Molti prigionieri entrano in sciopero della fame per protesta. Nei giorni seguenti, due rivoltosi vengono condannati a due e quattro mesi di galera, entrambi per aver scardinato una porta, uno per essersi rifiutato di sottoporsi all’esame del Dna.
La notte dopo la rivolta, alcuni fuochi d’artificio vengono esplosi fuori dal centro. La polizia ferma cinque persone che si trovavano in auto nel bosco di Vincennes. Accusati di “assembramento armato”, travisamento, rifiuto di fornire le proprie impronte digitali, di farsi fotografare, di sottoporsi all’esame del Dna, tre di loro vengono sottoposti all’obbligo di dimora nella regione di Parigi e al divieto di incontro tra loro; altri due vengono arrestati e trasferiti nel carcere di Fleury-Mérogis.
Per i cinque solidali, il processo è stato rinviato al 24 marzo. Un presidio di solidarietà viene indetto a Barbès alle 8 di sera di martedì 18 febbraio.