La solita tabaccaia

26 settembre. Sono le quattro del pomeriggio quando un gruppetto di antirazzisti nota diverse camionette della polizia ferme in via Berthollet all’angolo con via Nizza: nel cuore di San Salvario sta per cominciare una retata. In pochi minuti alcuni di loro recuperano un megafono e percorrono il quartiere avvertendo i passanti del pericolo. Altri invece girano per le strade bisbigliando di stare attenti, oppure ancora espongono un piccolo cartello: «Attenzione retata in corso – Police check». Tra gli stranieri c’è chi coglie al volo il pericolo e cambia strada, e c’è chi ringrazia. Tra gli italiani c’è chi sorride solidale, chi si ferma a chiedere come sta andando, chi passa indifferente e chi disapprova con un cenno del capo. E c’è anche la solita tabaccaia di San Salvario che, da vecchia e nota reazionaria bionda quale è sempre stata, urla qualche insulto ai nemici delle retate e invoca – ancora! – più polizia. Dopo più di un’ora di controlli – tra bar e negozi etnici – le camionette ripartono, con a bordo tre prigionieri.