26 settembre. San Salvario, tre del pomeriggio. Dal diciotto scende un ragazzo, giovanissimo e nero, tampinato da tre controllori. C’è anche una macchina di vigili urbani, e poi ne arriva un’altra. Il ragazzo, che non aveva il biglietto, ora è stretto alla ringhiera della fermata circondato da sei uomini in divisa. Comincia ad assieparsi gente a guardare la scena. I vigili prendono il ragazzo e lo spingono verso la macchina; lui fa resistenza, non vuole farsi portare via. I vigili lo prendono per la testa per farlo entrare in macchina. Dalla gente alla fermata un uomo, con in mano le borse della spesa, comincia ad urlare contro i vigili, una donna lo segue: «Vergogna, per un euro di biglietto!». Si mettono in mezzo alla strada, insultano i controllori. Il traffico è fermo. I vigili provano a bloccarli, ma poi dalla fermata un’altra donna comincia ad urlare: «Razzisti! Razzisti!». Un’altra ancora riprende l’urlo. Poi arriva anche un altro, e urla anche lui. Il ragazzo, recalcitrante, oramai è chiuso in macchina, e le due pattuglie di vigili scappano via. Il traffico in strada riprende e i controllori, ricoperti di insulti, salgono veloci sul primo autobus e vanno via.