Lontani?

È poi tanto lontana la Francia? Sembrerebbe di sì, a giudicare dall’audio lontanissimo di questa diretta telefonica. Ma ascoltate con attenzione il racconto. Anche laggiù detenuti senza documenti che si ribellano e scioperano contro le condizioni di vita nei Centri e contro le espulsioni – per la libertà! Anche là ritorsioni poliziesche contro chi si espone nella lotta, deportazioni improvvise, minacce. Anche là, ad un certo punto, la voglia di libertà diventa un fatto talmente alto di lotta, di lotta collettiva e di orgoglio, da spingere i rivoltosi a battersi per ottenerla ma contemporaneamente a metterla in gioco per gli altri: come è successo a Perpignan, dove due evasi sono stati ripresi perché si erano attardati per aprire le gabbie ai propri compagni. E poi il fuoco, che da Vincennes in poi – e passando per Lampedusa – ha chiuso, per davvero, pezzi interi di lager.

La Francia è dietro l’angolo, dunque. E le lotte contro le espulsioni sono un fatto continentale. Abituiamoci a pensarlo, e traiamone le dovute conseguenze.

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Intanto, la lotta sembra ricominciare a muoversi anche a Ponte Galeria. Fervono in contatti con dentro e, proprio durante le contestazioni del G8, un numeroso gruppo di compagni ha indetto un presidio fuori dalle gabbie di questo Centro. Un presidio grossissimo, cinquecento persone, condiviso anche con molti migranti che vivono in città.

Ascolta le dirette da Roma. All’inizio del presidio:

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E a metà iniziativa:

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