Continua lo sciopero della fame in via Corelli

Continua, compatto, lo sciopero della fame al Cie di via Corelli a Milano. «Nessuno è caduto» ci dicono, da dentro, i reclusi. Per ora, continuano a rifiutare il cibo due intere sezioni, la femminile e una maschile. Hanno chiesto assistenza medica continua alla polizia e ai volontari, ma gli è stata negata. Così come poliziotti, volontari e gestori del centro continuano a negare che l’estesione della reclusione a 180 giorni sia retroattiva. Ma poco importa, i reclusi sono determinati a continuare a lottare.

Intanto le autorità continuano a fare finta che lunedì sera a Ponte Galeria non sia successo nulla. I reclusi sono convinti che il ragazzo algerino malato di cuore sia morto in seguito alle percosse e che i responsabili del Centro abbiano nascosto il corpo. “Qui è come Guantanamo”, – dicono – “manca solo la tortura!”. La tortura fisica, perché quella psicologica c’è già. Ascoltate in proposito questa testimonianza trasmessa ieri da Radio Onda Rossa:

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