La vita a Corelli
Il racconto della seconda e della terza udienza del processo contro i rivoltosi di via Corelli, a Milano. La lunga testimonianza dell’ispettore-capo del Cie Vittorio Addesso, il mistero di telecamere che funzionano solo quando questo serve alla polizia, le contraddizioni dei testimoni dell’accusa, la presenza solidale e rumorosa dei compagni dentro al Palazzo di Giustizia che costringe il capo delle guardie di Corelli ad uscirsene dal retro dell’aula.
E poi, soprattutto, gli imputati che cominciano a prendere la parola e raccontano non solo la sommossa del 13 agosto, ma anche la vita quotidiana nel Centro. Su tutti, il racconto di Joy, che ricorda in aula di come, una notte dei primi di agosto, l’ispettore-capo di Corelli sia entrato nella sua stanza e le si sia gettato addosso palpeggiandola. Già nei giorni precedenti l’ispettore le aveva promesso la libertà in cambio di un rapporto sessuale e sarebbero stati proprio i suoi ostinati rifiuti a concentrare la repressione contro di lei e contro le ragazze della sezione subito dopo la sommossa: manganellata ripetutamente insieme alle sue compagne quando erano già tutte ammanettate, Joy ha ricevuto un pugno in faccia dall’ispettore-capo in persona. Un messaggio chiaro: i guardiani dei Campi vogliono disporre completamente dei corpi che amministrano e recludono, e senza tante storie.
Il processo riprenderà il 21 di settembre prossimo.
Ascolta il racconto dell’udienza:
[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2009/08/processo-corelli_2_3_udienza.mp3]
Sull’inizio del processo e sulla solidarietà con gli arrestati leggi anche:
Milano, casino in tribunale.
Facciamoci sentire.
Sulla sommossa di Corelli leggi invece:
Rivolta e repressione in via Corelli.
Rivolta in Corelli, sciopero della fame in Brunelleschi.
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