Manovre / 2

Via Randaccio, quartiere Vittora, Torino
Nuova esibizione di muscoli della Questura contro il movimento di resistenza agli sfratti a Torino. Il teatro delle operazioni, questa volta, è in mezzo a Borgata Vittoria, giusto dietro a via Breglio.
Potrebbe essere un picchetto come mille altri, in realtà, giacché siamo ai primi accessi e l’inquilina è una giovane sola con un figlio piccolo, senza parenti che la possano aiutare in città: gettarla, così su due piedi, in mezzo ad una strada sarebbe una di quelle responsabilità che abitualmente nessuno avrebbe molta voglia di assumersi e qualche proroga, in questi casi, è abbastanza facile ottenerla.
I padroni di casa, però, non si fanno tanti scrupoli. Proprietari di varie palazzine, sono decisi a spolpare fino all’osso i proletari che capitano nei loro appartamenti: nel nostro caso non solo premono perché la morosa si tolga dai piedi all’istante, ma sono già riusciti a farle pignorare un quinto dello stipendio, già bassissimo, in modo rosicchiarla per bene anche negli anni a venire. Sulla loro strada, poi, hanno trovato Lino Mazzeo, l’ufficiale giudiziario giusto al momento giusto: se già l’accesso precedente di questa procedura l’aveva fissato addirittura di sabato (giorno in cui gli ufficiali giudiziari di solito non lavorano) per venire incontro ai loro impegni, prima di questa nuova tornata si era presentato più volte, anche alle dieci di sera!, a casa dell’inquilina, minacciandola e cercando di spaventarla.
I solidali hanno annusato l’aria, e si fanno trovare numerosi di fronte al portone già dalle otto. La Questura, intanto, comincia ad organizzarsi, accumulando camionette di fronte al Commissariato del quartiere e mandando i funzionari della polizia politica sul posto a fare i conti.
Ascolta la diretta trasmessa da Radio Blackout:
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Col passare dei minuti la strada si affolla. Da un lato i solidali, che arrivati anche gli ultimi ritardatari sono più di quaranta; dall’altra un nugolo di agenti in borghese, poi i proprietari di casa, poi anche l’ufficiale giudiziario. La Questura tenta un’altra mossa intimidatoria e fa spostare cinque camionette giusto dietro l’angolo: quattro colme di celerini ed una vuota, per portare via eventuali fermati. Il picchetto non retrocede, la Questura non ha il coraggio di attaccare ed inizia il balletto delle trattative. Prima l’ufficiale giudiziario promette all’inquilina che, se uscirà con le buone, senza resistere, i proprietari le faranno revocare il pignoramento dello stipendio che la sta strozzando. La proposta è rifiutata, ma la Questura non se la sente di forzare: oramai la strada è in discesa. Ancora un piccolo summit in strada tra padroni, ufficiale e polizia ed arrivano proroga e promessa di annullamento del debito se quella di oggi sarà l’ultima resistenza.

Il picchetto si scioglie. La data del rinvio è breve, meno di un mese, e bisognerà vedere se le promesse dei padroni non si riveleranno fumo: ma anche oggi niente sfratti per chi ha il coraggio di resistere.

Via Baracca, quartiere Vittora, Torino

Via Gulli all'altezza di via Baracca, quartiere Vittora, Torino