L’attacco

All’alba di martedì 21 maggio, a quasi un anno dal primo “terzo martedì del mese”, sull’onda lunga di un attacco che dura da più di un mese, per la prima volta la polizia ha caricato due picchetti anti-sfratto nella Barriera di Milano. E lo ha fatto in modo di essere sicura che l’operazione fosse il più veloce possibile, schierando una dozzina di camionette e un centinaio di poliziotti in assetto antisommossa.

La prima casa ad essere assediata è in via Soana, alle sei del mattino: le barricate vengono divelte in fretta perché i solidali, colti a tenaglia e di sorpresa, si barricano in casa. La porta viene sfondata mezz’ora dopo, e al termine dell’operazione sedici persone vengono fatte uscire in strada e portate in questura.

La notizia dell’attacco arriva immediatamente al picchetto in via Ceresole, dove sfrattandi e solidali si preparano alla resistenza, chiudendosi il portone alle spalle per non indietreggiare. La polizia arriva poco prima delle sette, e accerchia le barricate di cassonetti. I resistenti parano i colpi dei manganelli con uno striscione rinforzato, le barricate tengono, qualche vicino solidale tira sulla polizia una bella secchiata d’acqua. Temendo che il corpo a corpo durasse troppo a lungo, o che magari dai balconi potesse piovere qualcosa d’altro, un poliziotto in borghese del commissariato di Porta Palazzo dà l’ordine di usare il gas lacrimogeno, e si allontana veloce. Un candelotto a frammentazione viene tirato oltre i cassonetti, e la nube avvolge tutti: i celerini mollano la presa sui cassonetti e i resistenti escono un po’ per volta dalle barricate. Quando la nube di fumo si dirada, la polizia invade il condominio e dopo pochi minuti sfonda la porta dell’appartamento. Eseguito lo sfratto, 24 persone vengono portate in questura. Sono le 7.30 del mattino.

Nel frattempo, un terzo picchetto attende l’attacco in corso Novara, ma lì la polizia non arriva. Arriva invece, in mattinata, l’ufficiale giudiziario a concedere una proroga fino a settembre.

Nel corso della giornata, dall’una di pomeriggio fino alle otto di sera, tutti i quaranta fermati vengono rilasciati. Trentasette di loro vengono denunciati per resistenza a pubblico ufficiale. Per i non residenti a Torino, viene emesso un foglio di via; per i non italiani, un foglio di espulsione dall’Italia.

Ascolta una diretta a caldo sugli sfratti di martedì 21 maggio, e un commento del giorno seguente, in due interviste telefoniche realizzate da Radio Blackout 105.250 Fm.