Il cibo scadente… /2

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«Il cibo scadente lo mangia l’assistente!»: riprendendo lo slogan coniato poco più di una settimana fa dai reclusi del blocco B delle Vallette, una ventina di solidali con i prigionieri in lotta ha fatto irruzione questa mattina nella sede di Ecosol, la cooperativa sociale che gestisce le cucine del carcere torinese. Megafono, volantini e striscione per chiedere conto della pessima qualità del cibo fornito ai reclusi e per dare un’eco ulteriore (dopo le battiture fuori dalle gabbie e le dirette radiofoniche dell’altroieri) alle proteste di queste settimane nelle sezioni maschile e femminile dei Nuovi Giunti delle Vallette.

Non è certo un caso che la Ecosol sia parte integrante della Kairòs di Mauro Maurino, il consorzio immischiato fino al collo nel grande affare della gestione dei Cie. Chi ha la vocazione per il business umanitario è un esperto innanzitutto di mascherature ideologiche e giochi di parole; e così, come Maurino e compagnia coprivano sistematicamente le violenze della polizia a Gradisca sostenendo poi di stare nei Cie soltanto per «fornire servizi alla persona a uomini rinchiusi» -, la Ecosol nelle cucine delle Vallette prepara ogni giorno pasti scadenti per i prigionieri ma poi vanta in pubblico «ricerca e selezione attenta delle materie prime, frutta e verdura fresca di stagione, prodotti locali a filiera corta» quando i prigionieri rimangono ai fornelli e a mangiare sono invece gli invitati ai banchetti delle aziende per le quali fa catering con il servizio dal nome offensivo di “LiberaMensa”.

L’unica risposta data ai dimostranti da una dipendente di Ecosol, questa mattina, è stata indicativa di un’inveterata abitudine alla menzogna: «alle Vallette, da quando ci siamo noi, si mangia molto meglio». Le denunce dei reclusi uscite in queste settimane sono abbastanza crude in proposito e poi vi basterà parlare con qualunque frequentatore abituale delle Vallette (e ce ne sono parecchi sia tra chi legge questo blog che tra chi ci scrive sopra) per scoprire che là dentro il cibo sia sempre stato una merda, sia prima che dopo l’ingresso di Ecosol nel 2005.

Dopo un po’ di discorsi al balcone, e dopo aver portato a Mauro Maurino il saluto dei reclusi di Bari Palese che con la rivolta di ieri causeranno qualche ammanco di cassa per Kairòs-Connecting People, i manifestanti si sono spostati a volantinare al mercato e si sono poi dileguati prima dell’arrivo della polizia.

Ascolta la diretta trasmessa poco dopo da Radio Blackout…

[audio:https://macerie.org/wp-content/uploads/2013/12/protesta-ecosol.mp3]

…e leggi il volantino distribuito.

Che il cibo scadente lo mangi l’assistente (e il cooperante)

Alimenti con corpi estranei all’interno” davanti ai quali è necessario “farsi coraggio e chiudere gli occhi per buttarli giù”, cosi le prigioniere dei nuovi giunti del carcere delle Vallette descrivono le pietanze loro riservate dalla mensa interna.

Entrando un po’ più nei particolari, dai nuovi giunti maschili ci informano poi che “il cibo che passano è a dir poco immangiabile, le pietanze sono prive di sale e di olio che per noi sono un miraggio, le zuppe sono acqua sporca così come il latte ed il caffè del mattino, le uova sode hanno il tuorlo “verde” e puzzano e infine la carne è rancida e spesso cruda. Ogni tre per due qualcuno ha un infezione intestinale e ci sono alcuni detenuti che in una settimana perdono fino a 5kg; i prodotti confezionati poi (come wurstel o mozzarelle) a volte sono quasi scaduti“.

Oltre alla qualità del vitto, il servizio e la gestione della mensa non fanno altro poi che peggiorare ulteriormente le cose:il vitto passa alle 11 cosi noi al nostro ritorno dall’aria alle 12 abbiamo nei piatti qualcosa di commestibile, di cui non si capisce la fattispecie, messa a giacere per un’ora fino al nostro ritorno in cella e non mi sembra molto corretto e igienico che io debba avere il vitto per un’ora dentro la cella senza neppur vedere cosa mi ci si mette dentro“. E ancora:i carrelli ed i contenitori non sono a norma mentre la domenica addirittura si salta il pasto della sera, che viene rimpiazzato con due misere crostatine a persona.

Evidentemente, come in ogni azienda che si rispetti, il primo interesse di chi gestisce la mensa del carcere di Torino é quello di massimizzare i profitti risparmiando un po’ su tutto ciò su cui si può risparmiare: il cibo, le stoviglie ed il personale, arrivando persino a tener chiusa la cucina di domenica sera, valutando che per chi é rinchiuso alle Vallette due crostatine siano più che sufficienti.

Per questo motivo siamo qui, perché l’azienda in questione é la cooperativa Ecosol del consorzio Kairos, consorzio che tra l’altro vanta una lunga esperienza nella gestione di luoghi di prigionia come i Centri di Identificazione ed Espulsione per immigrati.

E pensare che nel loro sito internet parlando del loro progetto di ristorazione alle Vallette, sfacciatamente denominato “Liberamensa”, quelli di Ecosol si vantano di aver ampliato la cucina del carcere e iniziato un servizio di catering esterno per banchetti e cerimonie. Nei loro desideri, e non sappiamo se siano già riusciti a realizzarla, c’è poi addirittura l’idea di aprire un ristorante all’interno del perimetro carcerario carcere aperto a una clientela esterna, magari in cerca di qualcosa di nuovo.

Di certo i prodotti preparati per il catering e ipotizzati per il ristorante, non saranno  neanche lontani parenti delle schifezze riservate a chi non ha altre  possibilità di scelta, i detenuti. Ma non poter scegliere non vuol dire dover subire in silenzio. Così quando passa il carrello la mattina del 25 Novembre, giorno in cui forse più del solito “l’odore di andato a male volteggia nell’aria, chi riceve la carne ne osserva l’aspetto disgustoso e comincia ad avvisare gli altri detenuti di non mangiarla. Dalla Decima sezione allora si inizia a battere perché da giorni il cibo è immangiabile. La Nona sezione si aggrega al fracasso al grido «Il cibo scadente lo mangia l’assistente!». I detenuti della Nona lanciano i piatti fuori dalla cella. In Decima buttano in corridoio di tutto, anche pezzi di materassi e strisce di giornale infuocate. Il baccano in Nona va avanti per un’ora, in Decima fino all’una, imperterriti.

Noi oggi siamo qui per sostenere proprio quei detenuti che non sono rimasti a subire in silenzio. Per ribadire a loro e a chi lucra sulla loro pelle che chi lotta non è mai solo.

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