Recluse pestate al Brunelleschi

Con il pretesto di una aggressione a una crocerossina e a un ispettore di polizia, questa mattina gli agenti di guardia al Cie di Torino sono entrati nella sezione femminile – la cosiddetta area verde – per picchiare le donne recluse. Per protestare contro la violenza della polizia, i reclusi delle sezioni maschili hanno rifiutato il pranzo e cominciato uno sciopero della fame.

Proprio questa mattina, al telefono con Radio Blackout, un redattore di //macerie su macerie// commentava il recente cancan mediatico scoppiato attorno ai Cie. Ascolta l’intervista oppure scarica il file mp3.

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Aggiornamenti ore 22.00. Qualche notizia più precisa, intanto, sugli avvenimenti di questa mattina. La presunta responsabile del morso all’agente è una ragazza nigeriana, e il pestaggio è avvenuto sostanzialmente ai danni delle recluse di quella nazionalità, mentre le altre prigioniere sono state lasciate in un angolo. Nonostante questo, la reazione è stata compatta e immediata in tutto il Centro: i detenuti hanno cominciato a bruciare masserizie per protesta, e tutti assieme hanno deciso lo sciopero della fame che è durato tutto il giorno.
Intorno alle 19, poi, la polizia ha fatto nuovamente irruzione – manganelli alla mano – nell’area femminile per prelevare la ragazza e trasferirla in isolamento. Qualche minuto dopo una gruppetto di solidali si è materializzato giusto fuori dalle mura, con fumogeni e petardi, per portare il proprio sostegno ai reclusi in sciopero della fame. Una decina di minuti di urla e botti ai quali i reclusi hanno risposto rumorosamente, ricominciando di nuovo ad appiccare piccoli incendi – spenti subito dalla polizia con gli idranti. Qualcuno ha pure approfittato della confusione per provare a scavalcare le reti, ma purtroppo senza risultato. Ora dentro è tutto tranquillo, ma per domani i reclusi annunciano di voler proseguire lo sciopero.