Videoconferenza? / 2

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Come vi avevamo già annunciato dopo il rinvio della settimana passata, questa mattina si è aperto il processo contro un gruppo di compagni accusati di aver tentato di impedire, quasi un anno fa, il fermo di un sospetto ladro di biciclette comunali in mezzo a Porta Palazzo – episodio per il quale da metà ottobre un compagno è agli arresti domiciliari preventivi e altri otto sono stati banditi da Torino.

Tra i banditi residui – a qualcuno di loro, infatti, è riuscito di farsi revocar la misura in queste ultime settimane – c’è anche Claudio, che come sapete è detenuto in regime di isolamento nel carcere di Ferrara, e così Pubblici ministeri e Amministrazione Penitenziaria han pensato bene di sperimentare in questo processo e contro di lui la misura della videoconferenza, prima ancora dell’appuntamento del 10 aprile prossimo. Ma è andata loro male: dopo una bella arringa della difesa e una lunga camera di consiglio, i giudici han deciso di rinviare al 28 aprile l’udienza preliminare di Claudio, per consentirgli di essere presente di persona e non soltanto isolato dietro ad uno schermo. Gli altri imputati sono stati rinviati a giudizio e sono stati prorogati gli arresti per il compagno che è ancora ai domiciliari. Il processo inizierà a metà ottobre.

Un’ora prima dell’inizio dell’udienza, un gruppo di solidali è entrato indisturbato nell’androne del Tribunale dove ha liberato nell’aria lo striscione che potete ammirare qui in alto e fatto un breve intervento al megafono guadagnandosi qualche pacca sulla spalla da alcuni imputati di passaggio e qualche spintarella dagli uomini della sorveglianza. Gli agenti della polizia politica, dal canto loro, si saran guadagnati invece l’ennesima lavata di capo per essere giunti sul posto con colpevole ritardo e avran dovuto impegnare tutto il loro ingegno per tirar giù da sotto alla tettoia di vetro lo striscione volante mentre la Celere, schierata, bloccava gli ingressi.