Michele in isolamento

                                                     «Carcere di Asti, 11 luglio 2014

Ciao cari,

sono in isolamento disciplinare per una settimana. Mi volevano mettere in isolamento con cella “liscia” (senza nulla), ma mi sono legato al blindo con una cintura e non hanno voluto portarmi con la forza, quindi resto in sezione con blindo chiuso. Pretendevo di sapere i motivi del divieto d’incontro con Andrea, ma soprattutto che venisse tradotto in sezione invece che rimanere ai “transiti” (PTB). I “Transiti” sono fatti per rimanerci due o tre giorni al massimo e quindi ad eccezione dei momenti in cui c’è qualche nuovo arresto sono completamente vuoti e comportano pertanto, rimanendovi a lungo, una solitudine quasi perenne.

Mi chiamano dal capoposto, dopo tre giorni d’insistenza, e questi dice di non dovermi spiegazioni e minaccia sanzioni disciplinari. Allora gli urlo in faccia e non rientro in cella. Passa poco tempo e vengo mandato dal sovrintendente capo, il quale usa toni inaccettabili. Lo insulto pesantemente, molto pesantemente. Dice isolamento, io mi siedo sul corridoio degli uffici, sul pavimento, e dico che non mi sposto se non posso prendere personalmente la mia roba. Salito in cella preparo la roba e gli dico di chiamare i rinforzi perché non vengo sulle mie gambe, poi mi lego con la cintura al blindo. Ore e ore di attesa. Sembrava dovessero “sballarmi” in un altro carcere. Alla fine, riesco a sapere per vie traverse che Andrea andrà in sezione. Allora mi slego e aspetto. Poi a sera mi comunicano che resterò in isolamento per una settimana. Vedremo il consiglio disciplinare, per ora c’è un rapporto che comprende anche l’accusa di resistenza. L’aria la faccio da solo in un cortiletto molto piccolo con i muri alti.
                                                                                                                                           

Michele»

Qui gli indirizzi per scrivere a Michele e agli altri arrestati del 3 giugno.