All’improvviso

Mentre la Procura si ostina a tenere rinchiusi in carcere o ai domiciliari diversi compagni e il Comune propone miseri aggiustamenti con la campagna “Ferma lo sfratto”, gli ufficiali giudiziari continuano più meno indisturbati nel loro triste lavoro di sbatter la gente per strada. Ogni tanto però qualcosa va storto, e non a causa dei soliti noti sovversivi che sono avvezzi a metter loro i bastoni tra le ruote. 

Capita per esempio che un signore maghrebino, col fabbro già in casa, i carabinieri alla porta e l’ ambulanza pronta a portare via l’anziana madre colta da un malore, decida di correre alla nuova occupazione di Corso Giulio Cesare 45 proprio dietro casa sua e chiedere un po’ di aiuto a chi con sfratti e sgomberi sembra avere oramai una certa confidenza.

E capita quindi che carabinieri e ufficiale si vedano spuntare all’improvviso da dietro l’angolo una decina tra donne e bambini pronte a dare aiuto al vicino sotto sfratto. Un po’ di parapiglia, qualche insulto e i carabinieri in seria difficoltà con i bambini che corrono tra i loro scarponi.

Il risultato? Una proroga di tre mesi e la dimostrazione che per resistere basta solo qualche vicino solidale, un po’ di coraggio, e la certezza di essere nel giusto. E questo non c’è arresto che possa fermarlo, con buona pace della procura, dei padroni e di tutti i loro amici.