Tra un blocco e un pranzo

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Alla manifestazione prevista per il pomeriggio di sabato dai comitati Cittadini e Commercianti di Aurora e Barriera si presentano in una trentina, tra esponenti di partito, attempate madame e canuti signori che con cartelli e bandiere italiane bloccano per qualche momento il traffico tra Corso Novara e Corso Giulio Cesare sulle note della solita litania che chiede più sicurezza e meno “degrado”.
A poca distanza, davanti alla casa occupata di Corso Giulio Cesare, l’annunciato pranzo sul marciapiede si trasforma ben presto in un ulteriore blocco del traffico, sicuramente più rumoroso dell’altro lì vicino. Così, un pranzo e un blocco diventano occasione per ribaltare decisamente i termini del discorso.

Se da un lato del corso, protetti da un cordone di celerini, ci si lamenta della mancanza di polizia e della sporcizia, a trecento metri di distanza gli interventi al megafono ricordano come quelle persone che si indignano per lo stato pietoso nel quale si trovano questi quartieri sono spesso coloro che non ci pensano due volte a speculare sui poveracci, accompagnati altrettanto spesso da politici ben navigati nel cavalcare l’onda di malessere sociale per i soliti ritorni elettorali. Purtroppo, però, non sono gli unici a fare la voce grossa in queste occasioni perché c’è anche chi, avvezzo a tenere la testa bassa quando il padrone chiede un affitto sempre più alto per una catapecchia, sfoga la sua rabbia con slogan e cartelli che parlano di quanto si senta insicuro in strada.
Se da un lato si soffia sul fuoco della diffidenza e del disagio e si chiede al Sindaco di interessarsi maggiormente dei problemi delle periferie, dall’altro c’è chi tra un bicchiere di succo e un piatto di pasta conosce nuove persone che possano aiutarlo a resistere allo sfratto imminente, indica sottovoce indirizzi di case vuote da occupare, porta giù i bambini a giocare e trova occasione per parlare dei problemi che stringono gran parte delle persone che abitano queste vie, per cercare un modo di risolverli insieme. Due possibilità opposte, appena abbozzate oggi ma pronte a dilagare domani: la guerra tra poveri da un lato, lo scontro di classe dall’altro.
E mentre un gran codazzo di bambini si rincorre tra lo spartitraffico e i binari del tram e al microfono si susseguono gli interventi di chi tra a polizia e la solidarietà sceglie la seconda, senza troppo clamore la manifestazione per la sicurezza si scioglie lasciando come traccia del proprio passaggio giusto qualche fila di annoiati celerini.