Senza ciurlar nel manico

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Il fuoco appiccato dai reclusi del Cie cittadino alle camerate qualche settimana fa  ha minato fortemente il funzionamento del principale dispositivo di controllo e deportazione dei senza-documenti. Abbiamo già parlato di come la struttura, che poteva contare su metà della sua capienza massima prima della rivolta del 14 novembre, abbia ricevuto uno smacco non irrilevante soprattutto per il forte ridimensionamento dei posti a disposizione.

Certo è che ad accompagnare questa che è una fausta notizia, ci sono dei fattori, di ben altra pasta, che non è certo nostra intenzione trascurare. Infatti è intrinseco alla gestione dei centri detentivi che dopo una fase particolarmente riottosa, i controlli diventino ancor più asfissianti e ai reclusi vengano sottratti persino i pochi suppellettili permessi solitamente. A questo si aggiunge il fatto che i lavori di ristrutturazione per riportare al pieno funzionamento il Cie, già previsti da mesi, seppur di soppiatto sono ripartiti.

Tuttavia i gestori e le ditte che si occupano di far tornare le cose a posto avranno molto da fare, proprio grazie alle azioni coraggiose dei ragazzi dentro.

Anche per questo  è necessario continuare organizzarsi contro il Cie e a sostegno di chi si ribella alla propria reclusione.

Presidio domenica 20 dicembre alle ore 17 davanti alle mura di Corso Brunelleschi all’angolo con Via Monginevro

 

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